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Uno splendido viaggio sulle montagne russe della mente di una borderline girl

domenica 28 novembre 2010

Credo

Questo è il credo raccontato dal grande Ivan Benassi, alias Freccia, nel mitico film di Ligabue, Radiofreccia:
Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Kate Richards.
Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che vuole l'affitto ogni primo del mese.
Credo che ognuno di noi si meriterebbe un padre e una madre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi.
Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa.
Credo che non sia tutto qui, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche dio.
Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose.
Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che, il rock n'roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono.
Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e da te stesso non ci scappi nemmeno se sei Eddie Merx.
Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.
E questo è il credo della Luisona:
Credo che la vera musica con la emme maiuscola sia cominciata con i Beatles. Chi è venuto dopo è solo spazzatura.
Credo che ci sia un Dio che ci ha donato la vita e che dobbiamo onorarla con le nostre azioni, ma credo anche che questo Dio sia un pò cinico e bastardo, vista la mole infinita di ostacoli che quotidianamente pone sul nostro cammino. O solo semplicemente non se ne fotte un cazzo di noi e impiega il suo tempo a giocare a bridge o a cricket.
Credo che sia inutile far finta che non ho un conto bancario e che se non consulto regolarmente l'estratto conto, i soldi lievitino miracolosamente. Il buco c'è e se non trovo alla svelta un modo per ripianarlo sono cazzi molto acidi.
Credo che sono stufa di frequentare miliardi di corsi di studio, aggiornamento, prendere lauree una dopo l'altra. Niente di tutto ciò mi servirà per trovare un lavoro. Al massimo posso partecipare a qualche quiz televisivo.
Credo che alla mia età ci siano poche possibilità per entrare in modo stabile nel mercato del lavoro, per cui mi va bene qualunque cosa, anche pulire i cessi. Non sono una che se la tira e fa la schizzinosa.
Sono stufa di essere, ormai da troppi anni, sfruttata da datori di lavoro che pur di non pagarmi mi inquadrano con quei contratti del cazzo come stage, borsa lavoro, work experience. A questi fascisti di merda auguro che si avverino le loro paure più profonde e che soffrano come delle bestie.
Credo che anche se sono borderline, almeno una possibilità per provarci me la merito.
Credo che se non facessi kick boxing e tricking, andrei in giro a spaccare i vetri delle macchine e a picchiare i bambini, giusto per sfogare la mia aggressività repressa.
Credo di avere degli amici eccezionali e li ammiro per la tenacia con cui affrontano le difficoltà quotidiane.
Credo di essere allo stesso tempo molto forte e molto debole. Quando tiro il botto non ce n'è per nessuno.
Credo anche che senza l'aiuto dei miei genitori a quest'ora sarei finita da un bel pezzo sotto i ponti a chiedere la carità.
Credo di essere disposta a fare qualsiasi cosa pur di avere un pò di indipendenza economica. Sono stufa di elemosinare sussidi statali.
Credo di essere nata fuori tempo, o troppo presto o troppo tardi. Avrei tanto voluto essere una sessantottina che occupava le università e ballava le canzoni di Janis Joplin a piedi nudi nel prato, strafatta di mariuana.
Credo che se non avessi il mio apporto quotidiano di ginseng, caffeina e guaranà non riuscirei per niente ad affrontare la giornata.
Credo che mi piace ridere e scherzare con gli amici, ma mi piace anche stare rintanata in casa mia senza vedere o sentire nessuno. Solo io e il mio gatto obeso.
Credo che questo mio male di vivere non mi passerà mai. Sono finiti i tempi dei grandi sogni. Ora sono e rimarrò a vita una disadattata, sempre fuori luogo e fuori tempo massimo, ospite periodica di varie cliniche psichiatriche. Se me l'avessero detto anni fà, non ci avrei mai creduto.
Credo che non mi interessa andare a Messa. Preferisco pregare (e a volte anche bestemmiare) per conto mio. Ho troppi peccati da scontare che non voglio far perder tempo al vecchio parroco rincoglionito che abbiamo adesso in paese.
Credo di avere un angelo custode che veglia su di me e mi protegge. Altrimenti quattro anni fà l'estremo gesto del suicidio l'avrei sicuramente messo in atto.
Credo che ho ancora voglia di lottare, ma questa voglia si sta pian piano affievolendo. E se verrà il giorno in cui avrò davvero le palle piene, questo giro l'atto estremo lo compio e non c'è niente o nessuno che mi tenga. Ho sufficienti pastiglie ed alcool in casa che posso fare quel che voglio in qualsiasi momento.
Credo che sono stanca.
Ma credo anche che se riuscissi a tornare nuovamente sulla vetta del monte Amariana, la vista del mondo dall'alto potrebbe restituirmi un pò di serenità.
Credo che è difficile avere una relazione sentimentale con me. Bisogna avere due palle grandi così. Io tendo a triturare quelli che mi stanno vicino, dandogli poi la colpa per le mie mancanze. Spero di riuscire a farmi amare per come sono, nel bene e nel male.
Credo nel Paradiso, nel Purgatorio e nell'Inferno. Ma credo anche alla reincarnazione, tanto che ho pensato a un migliaio di cose che vorrei fare nella prossima vita.
Credo che le persone che incrociamo nel nostro cammino non capitino per caso ma ci sia un disegno divino dietro. E ringrazio il Signore per le persone che nell'ultimo anno ho conosciuto e a cui voglio un bene tremendo.
Credo che non è un cazzo facile la vita, ma se riusciamo a conservare un pizzico di sana follia, beh allora, questo male di vivere a volte può essere sopportabile.

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