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Uno splendido viaggio sulle montagne russe della mente di una borderline girl

domenica 12 settembre 2010

As time goes by

Stamattina mi sono messa alacremente al lavoro per sistemare tutte le mie scartoffie ed è saltata fuori una poesia che mi avevano dato durante il periodo in cui ero ricoverata a Teolo. E' tratta da un film che narra la vita di Nelson Mandela. Anche allora l'avevo pubblicata sul mio blog perchè mi aveva colpita molto e ora la pubblico nuovamente perchè, a distanza di mesi, la rileggo con maggior consapevolezza e forza interiore.. Ora sì che mi sento cresciuta e matura (nonostante abbia i capelli tutti bianchi da una vita!!), grazie Yuri perchè sei il sole che ha illuminato il mio mondo e mi hai insegnato a tirare fuori le palle. Ti amo.
INVICTUS
Dal profondo della notte che mi avvolge,
buia come il pozzo più profondo che va da un polo all'altro,
ringrazio gli dei chiunque essi siano
per l'indomabile anima mia.
Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro nè ho gridato per l'angoscia.
Sotto i colpi dell'ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l'Orrore delle ombre,
eppure la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita.
Io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.

giovedì 9 settembre 2010

Autumn leaves

L'arrivo dell'autunno mi ha sempre messo addosso una sorta di strana malinconia. Le giornate che si accorciano, le foglie che diventano gialle e cadono, quel particolare profumo nell'aria, soprattutto nei boschi.
Qualsiasi psichiatra la definirebbe "depressione ciclotimica", ma io me ne strafotto di queste classificazioni del cazzo e mi godo la mia melanconia, in tutte le sue sfacettature.
Ho sempre amato, all'arrivo dell'autunno, fare delle lunghe passeggiate in solitaria nei boschi, preferibilmente verso il tramonto, quando il sole è una palla arancione che pian piano saluta il giorno, magari anche correndo dei rischi, ma con i pensieri che mi vagavano in libertà. A volte erano pensieri tristi ma altre volte trovavo conforto e serenità in quei silenzi.
Neglia anni scorsi, per un lungo periodo sono stata fortemente attratta dai cimiteri e da tutto ciò che aveva a che fare con la morte.. non lo so perchè, ma avevo la convinzione che era un evento che mi sarebbe capitato da lì a breve, era come se vedessi i defunti della mia famiglia che mi chiamavano a braccia aperte, pronti ad accogliermi in un mondo fatto della tanto agognata serenità che invano andavo cercando.
In questo delirio che mi portavo dietro, avevo progettato il mio suicidio da attuarsi il giorno del mio trentacinquesimo compleanno, mi ero informata su internet su tutti i metodi utilizzabili, ma alla fine la vigliaccheria mi ha impedito di compiere quel gesto estremo.
Poi la vita è continuata pigramente lungo i suoi binari... un ricovero in day hospital in psichiatria, dove ho risolto ben poco.. Beh forse qualcosa di buono l'hanno fatto: mi hanno trovato la cura per riuscire finalmente a dormire la notte senza svegliarmi ad ogni ora col cuore in gola. Lunga vita al Seroquel, io sono e rimarrò sempre una "quetiapina addicted".
Poi il lavoro, facevo la guardiana in una biblioteca universitaria presso un vecchio palazzo fatiscente a Udine.. mi ricordo che la mattina, mentre facevo il giro di perlustrazione, mi attardavo tra gli scaffali di quei freddi corridoi, a sfogliare le pagine di tutti quei libri, annusavo l'odore della carta, volevo leggere e imparare tutto lo scibile umano. E intanto studiavo, studiavo, studiavo, senza sosta, al di là della stanchezza. Beh la laurea me la sono presa, ci sta bene nel curriculum, ma alla fin fine non mi è servita granchè..se non altro ho imparato discretamente bene lo spagnolo.
La Luisona di oggi è distante anni luce da quella Luisa, eppure è una parte di me che non rinnego e che rimarrà sempre viva dentro di me.
Ora sono cambiate tante cose.. Ho una gran fame: di cibo, di vita, di amore e di fare l'amore, di fisicità, di contatto con altre persone, voglio riprendermi con gli interessi tutto ciò che non ho visto o non ho fatto negli ultimi anni.. Anche se ho sempre tanta paura per il futuro, ogni novità mi impaurisce, ho il terrore di fare passi falsi e commettere gli errori che ho fatto nel passato oppure di perdere ciò che con fatica mi sono conquistata..
Da giovane, mia mamma era una gran topolona (magari avessi avuto io un pizzico del suo fascino). Era fidanzata con un bell'uomo, molto più grande di lei, di buona famiglia ed estremamente affascinante. Erano colleghi, dovevano sposarsi.. Poi lui ha avuto un attacco di cuore e le è morto praticamente in diretta davanti agli occhi. Questa cosa l'ho saputa solo negli ultimi anni e mi ha turbato parecchio.
Mi sono informata, ho conosciuto la sua famiglia che mi ha accolto ed ospitato a braccia aperte, sono andata in cimitero a versare un fiume di lacrime sulla tomba di quell'uomo che avrebbe potuto essere mio padre ed insegnarmi tante cose. Mi sono chiesta molte volte come sarebbe stata la mia vita se fossi nata in quela calda famiglia e non in quella tutta sfilacciata in cui mi ritrovo ora. Sarebbe stato tutto uguale? Avrei avuto la stessa vita? Gli stessi problemi?
Alla fine, mia madre, dopo anni di solitudine, ha accettato la corte di quella vecchia volpe di mio padre, che ogni estate nel suo paese (che un posto di villeggiatura) faceva strage di cuori.
Ah papà, mi piacerebbe tanto che tu mi raccontassi i dettagli piccanti della tua gioventù, ma adesso tu sei preda del Parkinson e della demenza senile. Una strada senza ritorno, con le tue mani tremanti, tutto gobbo e le parole che ti escono a scatti..
E in questo contorto girovagare attraverso i meandri dei miei circuiti cerebrali, il mio pensiero va a Raffaele, il ragazzo con cui sono stata per quasi un anno, credo fosse il 2006.
Ci siamo conosciuti su internet, la cosa che ci ha accomunato era la passione per lo studio, entrambi avevamo ripreso l'università in età "avanzata", tra l'altro nella stessa facoltà.
Ma alla fin fine credo che lui non abbia mai capito me e io non ho mai capito lui veramente. Eravamo due universi che viaggiavano paralleli, due solitudini che si incontrano per farsi un pò compagnia.
Io ero disoccupata, andata da poco a vivere da sola, con l'angoscia di trovarmi in una casa nuova che sentivo non appartenermi ancora e con il problema di arrivare a fine mese senza troppi debiti. Lui lavorava in banca.. La mattina presto mi telefonava con voce pimpante e mi diceva:" ti auguro di passare una splendida giornata!". Io rispondevo grazie, ma in realtà pensavo: "Ma vaffanculo tu e il tuo lavoro in banca da 2000 euro al mese quando a me aspetta un'altra giornata da disoccupata, in continuo pellegrinaggio per le agenzie interinali di Udine a mendicare un qualsiasi lavoro"... Stavo male ma lui non voleva (testuali parole) essere il lavandino dove sfogare i miei problemi, quindi alla lunga ho alzato i tacchi e me ne sono andata per la mia strada.
Ma una bella cosa riconosco a Raf: mi ha trasmesso il suo grande amore per la montagna, che io avevo dimenticato da tempo.. Ricordo le lunghe camminate nei boschi silenziosi, in pieno inverno, quella volta che siamo stati colti da una tempesta di neve e non vedevamo più il sentiero. E poi la realizzazione del mio grande sogno: raggiungere la vetta del monte Amariana, che sovrasta Tolmezzo, il mio paese natale, e vedere la statua della Madonna che mio zio aveva contribuito a trasportare lassù più di trent'anni fà.. Quanta pace lassù sulle vette, respirare aria pura, godersi il panorama dopo aver fatto tanta fatica..
La Luisona di oggi è distante anni luce da quella Luisa, eppure è una parte di me che non rinnego e che rimarrà sempre viva dentro di me.
Ora sono cambiate tante cose.. Ho una gran fame: di cibo, di vita, di amore e di fare l'amore, di fisicità, di contatto con altre persone, voglio riprendermi con gli interessi tutto ciò che non ho visto o non ho fatto negli ultimi anni.. Anche se ho sempre tanta paura per il futuro, ogni novità mi impaurisce, ho il terrore di fare passi falsi e commettere gli errori che ho fatto nel passato.
Adesso che ho buttato nero su bianco i pensieri che mi sgorgavano da dentro come un vulcano in eruzione, mi sento esausta. Questo pomeriggio i miei pensieri hanno intrapreso strade pericolose, ho rischiato un corto circuito cerebrale, era tutto un casino in testa, avevo perso il senso dell'orientamento.
L'unico rimedio che conosco al fine di evitare di cadere nel baratro della follia è del sano e buon sesso, ma questa opzione non è praticabile al momento, avendo Yuri fuori combattimento a causa di un attacco di tronco-bronco-assassinosi. Allora il piano B (perchè esiste sempre un piano B, vero Gigia?) prevede di sfiancarsi in palestra consumando tutte le forze e le energie (caro Nefer, se mi stai leggendo sappi che ti adoro, un istruttore colombiano che fa lezione di step in friulano è un mito da inseguire)..
Comprensibilmente stanca, all'una e mezza, saluto tutti, buoni e cattivi, simpatici e antipatici.
Good night and good luck...