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Uno splendido viaggio sulle montagne russe della mente di una borderline girl

lunedì 23 aprile 2012

Luce

Mia cara Franz,
la tua risposta mi ha commossa perchè percepisco che è vissuta e sentita nel profondo. Forse ti è costata molta sofferenza, anche perchè scavare nei ricordi non è sempre facile, però ti ha liberata dal peso delle mille cose non dette in tutti questi lunghi anni. E pensa che siamo solo all'inizio.
Ed è proprio la sofferenza il tema portante della tua risposta e forse, io azzardo, essa è il motivo per cui ci siamo a lungo separate, spezzando di fatto quel cordone ombelicale che ci aveva a lungo unite.
I ricordi, troppo spesso intrappolati nella polvere del tempo, stanno finalmente e faticosamente tornando a galla, ed è, almeno per me, ma credo anche per te, una esperienza catartica. Abbiamo intrapreso strade diverse, ognuna per conto suo, ma per quanto mi riguarda, il bilancio è positivo e voglio pensare che lo sia anche per te.
Siamo semplicemente cresciute. E la vita a volte è davvero bastarda, ti bastona severamente ma per fortuna sa anche regalarti cose molto belle, come il nostro tanto atteso riavvicinamento.
La parola che mi sta furiosamente girando nella mente è “luce”, quel traguardo faticosamente raggiunto da entrambe dopo tutto quel buio che ci ha avvolte, quasi da inghiottirci.
Certo, il cordone ombelicale che è stato bruscamente rescisso ai tempi che furono, non potrà mai essere ricostituito, ma io sento che ciò che proviamo l'una per l'altra si può ricostruire in forma più matura e sincera... e pure divertente....
Anzi, forse, qualcosa è già stato ricostruito quel lunedì della scorsa settimana quando abbiamo parlato per due ore e mezza ininterrottamente a casa mia.
Per cui ora io voglio parlare solo di luce.
Certo che ora non sarei in grado di replicare le nostre pazzesche avventure con la mitica vodka al melone a orari assurdi, visto che l'età ed i miei problemi di salute mi hanno lasciato in omaggio una bella gastrite cronica, ma non è detto che possiamo ancora divertirci come matte. Noi due assieme siamo una coppia esplosiva. Ed io lo voglio fare. Assolutamente.
Tutte le persone che ruotavano attorno al nostro mondo ai bei tempi hanno messo su famiglia e procreato un nugolo di prole. Pertanto, con il benestare dei nostri rispettivi compagni, abbiamo campo libero per essere ancora folli e spensierate.
La luce che ho visto nei tuoi occhi quel lunedì mi ha sciolta come neve al sole perchè credevo che fosse sparita per sempre.
Invece c'era, magari sepolta sotto un mare di polvere, ma non è mai morta.
E tu non sai quanto mi sia mancata.
Tuttavia mi sento in dovere di raccontarti che durante il periodo della nostra separazione io ti ho insultata un sacco di volte, un po' perchè ero arrabbiata, un po' perchè eri sparita dalla mia vita. Non è un caso che alle mie feste di laurea fossero invitati tutti tranne te.
A volte sono stati improperi del tutto gratuiti, e di questo ti chiedo scusa, altre volte non apprezzavo certi tuoi comportamenti. Ed è proprio per questo che io ora voglio conoscere come è stata la tua vita fino ad ora. Tu il mio percorso lo conosci a grandi linee avendo letto il mio blog. Io di te non so nulla. E voglio colmare questo vuoto.
A quei tempi sei diventata la cattiva del gruppo nonché il capro espiatorio sul quale rovesciare tonnellate di merda. Ti saranno fischiate le orecchie... Ma io voglio che tu sappia che oltre ad averti amata molto ti ho anche odiata molto.
Capitava a volte che quando io adocchiavo un ragazzo che mi piaceva (uno su tutti C. il batterista pazzo) tu puntualmente me lo soffiavi da sotto il naso, pur sapendo che questo mi feriva e poi candidamente ti giustificavi con qualcosa del tipo “Cosa potevo farci? E' stato lui a saltarmi addosso...”. Questa me la devi proprio spiegare. Anche se indubbiamente devo riconoscere che avevi un fascino magnetico che attirava gli uomini come l'ape sul miele.
C'è una domanda su di te che mi sono sempre posta e ne approfitto ora per chiedertelo: come mai hai sempre avuto tante amicizie maschili e poche amicizie femminili intense e soprattutto durature? Forse, con il tuo carattere forte, è difficile starti dietro, solo chi ha la tua stessa energia ti può stare vicino e seguirti. Senza falsa modestia credo di essere stata io l'unica a capirti più di altri e pensa quanto ancora vorrei saperne di più.
Perchè ti voglio bene.
Ora che ti sto scrivendo mi è apparso nella mente un flash di noi due e sto ridendo da sola. Ti ricordi quando io studiavo a Padova e una volta tu mi hai accompagnata per due giorni anche perchè volevi salutare alcuni amici? Tornando a casa, sul treno deserto ci siamo stravaccate sui sedili e io mi sono accorta che avevo i jeans uno con la gamba corta mentre l'altra era lunga. Li avevo presi in prestito da mio padre che malauguratamente è zoppo... Abbiamo iniziato a ridere, ci siamo fatte venire le lacrime agli occhi dal troppo ridere, non riuscivamo a smettere.. E meno male che sul treno non c'era nessuno.
E ti ricordi di quella volta che siamo andate in un locale, non ricordo quale fosse, so solo che c'era un casino tremendo. Due tipi ci hanno abbordate, noi non riuscivamo a capire il loro nome mentre si presentavano dandoci la mano, capivamo fischi per fiaschi; poi ci siamo guardate, abbiamo iniziato a comunicare tramite il nostro codice segreto fatto di sguardi e cose non dette e alla fine abbiamo iniziato a sbaccanargli in faccia, non riuscivamo proprio a smettere. Quei due avranno sicuramente pensato che eravamo due pazze e di certo non erano distanti dalla verità. Però siamo riuscite ugualmente a farci offrire da bere... E quanti altri ricordi mi verranno di sicuro in mente.
Sai, Franz, negli ultimi anni nella mia vita sono entrate due persone fantastiche, che vorrei tu conoscessi. La prima è Cate, a cui voglio un mondo di bene come se fosse mia sorella tanto che riusciamo a parlare di cose che nessun altro capirebbe. La seconda è la saggia zia Gigia, autentica maestra di vita, l'unica capace di cazziarmi ogni volta che deliravo con discorsi farneticanti e in grado di riportarmi coi piedi per terra. Sarebbe molto bello se tu entrassi nel mio nuovo mondo per costruire una continuità tra la Luisa che ero e la Luisa che sono ora.
Ciò detto, concludo con un'amletica domanda: ma i Black Out si riformeranno ancora?
Mandi e bruse i fruts.
LU
PS: viva la vitrum!!!


mercoledì 18 aprile 2012

Da Franz n.1

Cara Luisa ciao,

quante volte ci siamo separate e non mi sono mai dimenticata di quello che siamo state insieme, la conferma dello stesso sentimento da parte tua mi sta regalando una felicità che a parole non riesco a descrivere.
Per rispondere subito a quello che mi scrivi e cercare un pò di ricordare gli antichi fasti incomincio così: ai tempi in cui la nostra amicizia sembrava affievolirsi e contemporaneamente venivamo catapultate nella "società dei grandi" non avrei mai pensato che ci sarebbero state dure prove da affrontare per noi, separatamente e in circostanze così particolari da farci vivere quasi come non ci fossimo mai conosciute. I percorsi che la vita ci ha offerto sono stati bizzarri, anche crudeli, beffardi, diresti tu!
In seguito, e non so ancora che nome dare a quel triste periodo, ogni volta che mi capitava d'incontrarti, in quelle rare occasioni in cui "prendevo coraggio", speravo sempre di poter ritrovare la luce negli occhi della mia spensierata amica Luisa. Cercavo colei che con le sue battute ironiche, l'energia allo stato brado e le fragorose risate mi aveva trascinato nel turbine del divertimento puro, a volte sconsiderato e senza freni, altre carico di suggestioni così ricche da farne bagaglio per l'età matura. Avevamo un codice tutto nostro, nella più completa complicità, non servivano parole, i nostri sguardi la dicevano tutta e, a seconda delle situazioni, sapevamo dove andare, cosa fare, da chi scappare!!!
Per molto tempo, sconfitta, provata, frustrata, non sapevo come aiutarti e neppure spiegarmi che, con la mia amica persa nelle sue difficoltà, i bellissimi ricordi delle nostre avventure, delle spensierate follie condivise con tanta spontaneità, sembravano spiccare il volo. Possibile che un colpo di spugna fosse passato a cancellare tutto? Dove si era nascosto il reciproco, incondizionato affetto che aveva tanto sostenuto la nostra amicizia? Ho analizzato il mio stato di sofferenza senza sosta, senza risposte sono riuscita ad andare avanti con i miei progetti cercando di capire, da lontano, come stavi, mille volte sperando che ti riprendessi il dovuto, tutto quello che la vita poteva offrirti e che non fosse solo privazione.
Prendere coscienza che non stavi bene è stato, per me, lunare. Le cose che non si possono spiegare, si sa, sono le più difficili da accettare. Ho incominciato a soffrire "il giusto", prima è stato incontrollabile, quando mi sono chiarita che non dovevo spiegarmi proprio un bel niente e che da quella voragine oscura in cui eri finita potevi uscire da sola, come potevi rimanerci.
Ho sospeso ogni giudizio, ho scoperto quanto dagli errori si possa imparare, quanto essi non siano così assoluti e irreparabili come mi era stato, purtroppo, insegnato!
Sono stata intrusiva e impietosa nello spifferare al mondo che non stavi bene e sono molto motivata a parlarne con te, è giusto e necessario farlo: ho tante cose da dirti sulle mie debolezze e sulla mia inadeguatezza di quei terribili momenti. Un prossimo incontro potrà aiutarci a rendere utile anche quel passato che non ci piace ma ci riguarda, nel bene e nel male, come affermi tu.
Anche per quello che verrà sono felice, ci stiamo offrendo un nuovo modo per apprezzare l'amicizia del passato e coltivare quella del presente, lo meritiamo. La luce che ho cercato nei tuoi occhi per tanto tempo è in te, io l'ho vista, e ora sono sicura che non ti ha mai abbandonato.
A presto! fr

lunedì 16 aprile 2012

Il ritorno di Ludmilla e Ildebranda

Cara Franz,
sono davvero felice che tu oggi sia venuta a trovarmi nella mia tana, erano secoli che non ci vedevamo, quante cose sono successe nel frattempo. Due ore e mezzo che sono volate via ma che voglio con una forza infinita imprimere nella carta affinché non vengano mai dimenticate.
Stiamo iniziando davvero un bel gioco, riscoprendo assieme la nostra gioventù, con infinita sincerità e con l'affetto che, nonostante molti anni di lontananza, non ci ha mai abbandonate. Abbiamo iniziato poco a poco a togliere il mare di polvere che si è depositato sui nostri ricordi. E penso che ci stiamo avventurando in un viaggio che durerà parecchio tempo e contribuirà a rinsaldare quel fortissimo legame che ci teneva unite strette strette come due gemelle siamesi e chiarirà momenti nei quali ci siamo allontanate o creato dei malintesi. Entrambe siamo del segno del leone, siamo impulsive ed irrazionali nei nostri scoppi di rabbia o di piacere.
Ora che finalmente mi sto emancipando dalla marea di psicofarmaci che negli ultimi anni mi hanno aiutata a sedare le mie paure e le mie angosce, mi sento molto più lucida e, con estremo piacere, riesco a ricordare il il passato. E' una riscoperta emozionante, anche se a tratti dolorosa, ma per la maggior parte fantasmagorica.
Quanto tempo è passato... tempo che oltre ai capelli bianchi ci ha portato un minimo di saggezza e le esperienze vissute ci hanno forgiato e fatto di noi due persone responsabili e mature. Chi può dirlo???
La vita ci ha portato ad intraprendere strade diverse, tu insegnante di equitazione e di italiano, io precaria tuttofare che per forza di cose mi devo reinventare ogni volta che riesco a catturare faticosamente un lavoro. Però entrambe siamo riuscite a laurearci, in età matura forse, ma è per questo che il nostro titolo vale di più, perchè è stato raggiunto con tanta fatica e sudore, ma soprattutto mi sento di ringraziarti perchè quando tu hai ripreso gli studi mi hai fatto da apripista e ho ricominciato anche io.
Gli anni 90 ci hanno viste protagoniste di mille avventure, incoscienti solo come noi sapevamo esserlo. Noi due assieme eravamo una forza della natura, potenti come un uragano, divertenti come un comico di Zelig.
Ora che sto togliendo la polvere che ha ricoperto i ricordi delle mille cose che abbiamo fatto, belle o brutte che fossero, sto iniziando un viaggio stupendo e questo viaggio voglio farlo solo con te, come due gemelle siamesi quali eravamo.
Noi due eravamo una contraddizione vivente. Di giorno irreprensibili studentesse nonché insegnanti di catechismo, la sera ci trasformavamo in due pantere assetate di mille avventure, ubriache marce (ma quanta vodka al melone ci siamo scolate????) ma felici e soprattutto libere.
Siamo state unite con il sangue nella lotta per l'emancipazione dalle rispettive famiglie, abbiamo combattuto con rabbia e quando alla fine abbiamo deciso che era più che giusto ottenere la nostra libertà, è nato un binomio esplosivo.
Abbiamo lottato gomito a gomito per la nostra libertà e io sono convinta che l'intensità con cui siamo esplose, una volta liberate, sia direttamente proporzionale al livello di castrazione a cui siamo state sottoposte dalle nostre famiglie.
Ci hanno tarpato le ali ed è stato un grosso errore perchè siamo diventate due bombe ad orologeria pronte ad esplodere con tutta la nostra follia dei vent'anni.
Credo inoltre che quella più penalizzata sia stata tu. Tuo padre e tuo zio hanno cercato in mille modi di frenare le tue legittime richieste di libertà, anteponendo sempre gli interessi e le necessità di tuo fratello. Addirittura tuo zio mi ha tolto il saluto per un anno e mezzo perchè si era convinto che fossi stata io a portarti sulla strada della perdizione, quando io avrei tanto voluto rispondergli che proprio sulla strada della perdizione ci siamo incontrate, ci siamo riconosciute, dando vita ad una coppia fantastica.
Ti ricordi quando scrivevamo sul giornalino “Mille lire”? Facevamo interviste assurde ai personaggi più rappresentativi di Plaino, nascoste dietro lo pseudonimo di Ludmilla e Ildebranda (io ero Ildebranda) ma tanto tutti sapevano che eravamo noi le artefici del fattaccio. Quando usciva il giornale, nel nostro mitico bar Cral calava all'improvviso un silenzio irreale perchè tutti erano impegnati a leggere le nostre interviste. E di questo potrei parlarne per ore.
Eravamo sempre unite ma quando una di noi due trovava moroso, per forza di cose ci separavamo e quando la storia finiva ci rincontravamo a raccogliere i cocci delle nostre esperienze fallite fumando mille sigarette nel nostro ritrovo segreto al parco.
Alla fine poi io mi sono ammalata e noi due ci siamo definitivamente perse di vista. Non me lo so spiegare, forse io mi sono volutamente isolata dal mondo, forse tu non hai insistito abbastanza nel cercarmi e farmi uscire dal mio bozzolo che mi proteggeva dal mondo. Ormai non ha neanche importanza tornarci su. Ho saputo solo oggi che anche tu hai attraversato un brutto periodo di crisi, avremmo potuto aiutarci a vicenza, ma da brave leonesse siamo troppo orgoglione per chiedere aiuto. Soffriamo in silenzio ma poi lottiamo e ci rialziamo. Sempre.
Una cosa però mi ha dato fastidio: io volevo far passare sotto silenzio la mia malattia (ma bastava guardarmi in faccia e in un nanosecondo si capiva che avevo qualcosa che non andava, che sciocca sono stata) quando tu invece, assieme a Luigi, avete rivelato il segreto di Pulcinella a mezzo mondo. Ci ho messo anni per farmi passare il forte rancore che ho provato.
E viceversa mi chiedo se ci sono torti che ti ho fatto che ora non ricordo.
Un altro grosso errore hai fatto: mi hai rivelato il segreto di A., sicuramente in buona fede perchè volevi sanare l'irrazionale antipatia che provavo verso di lei in quegli anni, ma questa è un'altra storia. A. aveva affidato il suo terribile segreto solo a te e S.
S. è stata muta come un pesce, tu no. Mi permetto di darti un piccolo consiglio: facci una chiacchierata con lei e finalmente, ora che veleggiamo per la quarantina, buttatevi indietro tutte le vecchie ruggini. Io con lei l'ho fatto, mi sono sentita un'idiota per averla trattata come una stupida, umiliandola inutilmente e me ne sono pentita alla grande. Ma anche questa è tutta un'altra storia.
Ora che abbiamo iniziato questo bel viaggio, passo la palla a te e sono certa che non mi deluderai... A presto!


sabato 7 aprile 2012

Così stupida

Mi sento stupida, così stupida e deficente.
Io che nei miei post precedenti parlavo della morte come se fosse un bel gioco, da inseguire o almeno che tentare. Un pò come giocare col fuoco.
Poi ho letto le risposte allarmate dei miei amici, preoccupati che io compiessi atti estremi.
Non è che volessi attirare l'attenzione su di me, anzi, ho sempre preferito passare tra la gente in modo anonimo e innavicinabile.
E' vero, il tarlo della morte mi ha assillato per tantissimo tempo, come un bisogno impellente da soddisfare, un dolore costante nel profondo del mio cuore come se fosse trafitto da mille spade acuminate.
E poi? Massimo si è ucciso, pochi giorni fà. Non lo conoscevo benissimo ma quanto basta per poter dire che ci eravamo simpatici a vicenda.
Non c'è una ragione per spiegare quello che è successo, nessuno ci riesce, ognuno ha la sua verità e tante piccole informazioni, messe insieme come a formare un puzzle, aiutano ad avere un quadro completo della situazione.
E pensare a una persona che fino a pochi giorni fà ti sorrideva chiedendoti come va, ora è ridotta ad un cumulo di cenere che puoi tenere nel palmo di una mano, beh, fa davvero impressione. E tanto male.
Ora mi rendo conto che ho giocato un pò troppo con la morte, ci sono stati gioni in cui la desideravo con una violenta intensità. Non desideravo altro. E ci ho pure provato, due volte. Da dilettante. La terza sarebbe stata quella giusta.
Ma vedere l'immenso dolore che tutti noi indistintamente abbiamo provato per la perdita di un amico, un padre, un figlio, un fratello, beh, mi ha completamente fatto vedere le cose da tutt'altra prospettiva.
Sono stata un'egoista. Pensare di andarmene via senza dare nell'occhio è praticamente impossibile. E io non voglio far soffrire nessuno. Soprattutto Marco. Farlo diventare vedovo dopo nemmeno due mesi dal matrimonio sarebbe un colpo gobbo.
E quindi non tenterò e neanche ci penserò a gesti così estremi, mi tengo il mio fardello che a volte contiene cose belle e a volte così brutte.
Ho male dentro, ma ci devo convivere. In questo momento sto scrivendo con le mani che mi tremano e con la lacrima che vuole uscire ma si ferma lì sull'occhio, tutti effetti collaterali dei farmaci che prendo. Vorrei piangere ma non ci riesco. Ma anche se ne prendessi di più di farmaci, questi non riuscirebbero comunque a lenireil dolore che ho dentro. Ma vado avanti, mi sono imposta il motto "Lotta dura senza paura" ma le prime battaglie le ho perse tutte. La guerra, però, è lunga.