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Uno splendido viaggio sulle montagne russe della mente di una borderline girl

lunedì 21 febbraio 2011

Produzioni letterarie psicopatiche

Nonostante i pregiudizi delle persone perbene, moraliste e benpensanti, anche uno squallido reparto psichiatrico può esprimere la sua vitalità, in maniera a volte bizzarra, a volte violenta, ma sicuramente fuori da ogni schema.
Il reparto di Psichiatria dell'Ospedale di Udine è piuttosto squallido, anche se non posso proprio lamentarmi del personale. Meglio un tugurio polveroso e infermieri tutto sommato educati, piuttosto che una clinica di lusso con personale che gli tireresti un calcio diretto nelle gengive non appena apre bocca.
Fatta la doverosa premessa, l'unico posto in questo reparto che esprime un minimo di vitalità è la sala tivù..
Ai detenuti (ops.. ricoverati) è stata concessa la libertà di esprimere la propria creatività dipingendo e scrivendo sui muri.
E io mi sono divertita a ricopiare le frasi più interessanti:

Simone sei una persona molto speciale per me, ti ricorderò sempre nel mio cuore.

Io sono il Dio di me stesso, faccio le cose in base ai miei buoni valori (Eros 85).

L'S.P.D.C. è l'ultimo calcio nel culo di questo mondo infame pieno di merda.

Never say yes when you can say no.

Per piegare la volontà dei signori ammalati, non servono privazioni e vetri antiurto, ma più rispetto e dedizione per il padre e per la madre che ci hanno creati.

Chi non mangia pane e figa, Dio lo castiga.

Io decido e divento ciò che penso, così creo il mio destino e la mia persona (Eros 85).

Niente è più triste della tristezza di non sorridere.

Rischi la depressione se reciti in questi modi:
il polemico
il superemotivo
il pessimista
il sospettoso.

Meno medicine e meno cazzate e presunzione, e qui voglio dividere, in teoria, tirate fuori le palle e fate vedere che Dio esiste, anche se non si vede c'è.

Nella vita non è più bravo chi non cade mai, ma chi cadendo si rialza sempre.

Io fra poco esco per la seconda volta, spero l'ultima! Chi è qui e si rende conto di non essere destinato a questo posto vada via!!!

La vita è breve ma anche lunga per tutti....

Bella questa galera:) Io la odio questa galera!

Basta con la violenza verso noi malati!

Lunghi trasporti funebri
senza tamburi né bande
sfilano lentamente nella mia anima
vinta la speranza piange
e l'atroce angoscia dispotica
lancia sul mio cranio chinato
il suo nero vessillo.

Basta con le chiacchiere e più carbamazepina!!!!

Anticaglie letterarie

Oggi, nel mio pigro girovagare tra i meandri del mio computer, alla ricerca di qualcosa di interessante nonché risalente al paleolitico, mi sono imbattuta in un file che è una specie di embrione di blog... Era tra il 2004 e il 2006, periodo non proprio tranquillissimo ma rileggere le mie parole, che qui riporto, mi ha fatto un enorme piacere.
Era il periodo in cui avevo la fissa di scrivere tutti i sogni che facevo (non a caso il file si intitola I have a dream), pratica adottata per diversi anni, ma ora messa in disuso per ampia rottura dei miei maroni.
Ed ecco cosa ho trovato:

09/09/04
Questa notte ho fatto un sogno, di quelli vivi, con i colori talmente abbaglianti che stenti a credere che si tratti realmente di un sogno….Ero a Padova, quella città continua a rincorrermi come se non l’avessi mai abbandonata..
Ero in compagnia di tante persone, tutte giovani come me.. correvamo, forse alla ricerca di un autobus che ci riportasse in centro.. nonostante fossimo in periferia, non erano luoghi abbandonati, c’era vita ovunque..
Un attimo dopo mi ritrovo in centro, a vagare tra una lezione all’università e tra una miriade di stoffe colorate appese al di fuori di tanti negozi, come un infinito bazar… Non so perché, ma camminavo all’indietro, quasi pattinavo…
Ricordo solo che ero maledettamente felice… E continuavo a chiedere a Glauco, anche se non era lì con me:” ma cosa diavolo sono tornata a Udine? per far cosa? La commessa nei centri commerciali?....quando avrei potuto rimanere in questo paradiso?”
Ma la domanda più inquietante, quella a cui non è arrivata nessuna risposta, è stata:” Ma dimmi Glauco, io che lavoro faccio? Che lavoro faccio? Cosa faccio??” Non sapevo assolutamente ciò che ero o facevo in quel momento..
So solo che di sogni così, con quei colori, dovrei farne più spesso…
6.55: si riparte con un’altra giornata…

13/09/04
La strada che ti porta in treno verso Padova è lastricata di porte, una uguale all’altra, tutte il fila, attaccate come gemelli siamesi.. ma il bello è che queste porte hanno solo gli stipiti, di un bell’azzurro intenso.. I pilastri non reggono nulla, ma si aprono sulla campagna verde che si perde a vista d’occhio…

16/09/04
Un’altra notte dispersa a Manhattan… ma senza paura, solo con tanta curiosità e desiderio di non ritrovare il gruppo di persone che mi sta aspettando…..

10/10/04
Montagne da scalare, ghiacciai innevati, sentieri impervi da affrontare.. Ma in compagnia dei più cari amici è tutto più semplice, una passeggiata… E nasce anche una canzone…

18/11/04
E’ tutto nella testa.. Basta non pensarci.. è così semplice…

12/12/04
Un pomeriggio a Padova ed è come una magia… L’aria, i colori.. ti entrano dentro nella pelle.. è la mia seconda casa.. La nostalgia è molto forte, non riuscivo a staccare gli occhi di dosso dalle strade, dalle case, la vecchia università.. Un giorno ci torno e non me ne vado via più.. intanto come ricordo un ciondolo a forma di croce..

27/12/04
Ciò che mi è sconosciuto mi spaventa (anche se un po’ mi attrae).. Visto che lo fanno tutti, anche io voglio lanciarmi in previsioni, speranze e pensieri per ciò che sarà… è il 27 dicembre…
Ora come ora ho paura, ma sento che butta bene (ma non quel bene che si è rivelato un disastro un po’ di anni fa!!). E’ un bene più tranquillo, meno esaltato, più propositivo. Sono cambiati i valori, le cose che contano. Non ammazzarsi per il lavoro, per i soldi, ma VIVERE, RESPIRARE e soprattutto sorridere più spesso.
Voglio essere una sicurezza per chi ha bisogno di me, non voglio piegarmi a compromessi, beh, e se proprio devo farlo, non ammalarmici per questo.
Forse troverò un lavoro che mi piace e se anche non mi piacerà, ho trovato il modo di farmi la corazza. So che sono resistente agli urti, anche se non sembra. Voglio amare chi mi ama e non farmi pestare i piedi da chi mi odia. Sguardo fiero (con questi 2 occhi, sarebbe un peccato non farlo --> HEDONISM) e sorriso fiero.
Ma non rompetemi troppo i coglioni.

02/01/05
Fa male, anche se non ci credevo. E’ sempre meglio credere che siamo stati noi a tagliare i ponti, quando alla fine sono gli altri ad anticiparti, anche se di un soffio,e tu rimani spiazzata.
Va bene, anzi va benissimo, non serve aver paura. Dopotutto era quello che volevi. Vai grande!

16/01/05
Sono felice, quasi sempre e non ne ho ancora capito il motivo. Mi sto abituando a questo stato d’animo. Le persone che amo stanno bene e forse questa è la cosa più importante. Ci sono gli scazzi momentanei, i soldi che non bastano, ma credo che in qualche modo riuscirò sempre a cavarmela. Non vale la pena preoccuparsi troppo del futuro.
Lo studio mi apre nuovi mondi, prima o poi voglio viaggiare e vederli di persona.
Germania, Svizzera, America, Inghilterra.. Conoscere e capire. Intanto studio.
Ho sognato che cambiavo scuola, mi inserivo in una nuova classe. Era bello, libri colorati, si studiava tedesco.. Era in Veneto.. voglio andare a Padova..

19/01/05
Voglio andare a vivere al caldo, non mi piace il freddo, ti ghiaccia l’anima.. Direi che la California va bene. Una piccola casetta vicino al mare a a qualche campus. Un bagno con una vasca a parete e le piastrelle arancioni..


20/01/05
Credici, credici un po’ di più.. (da Ligabue, Ho perso le parole)..
Sto aggiustando il tiro, il campo d’azione si sta riducendo sempre più. Meno male che ci sono persone come la Feltracco (docente universitaria di tecniche di scrittura Ndr) che incoraggiano a tirare fuori tutte le infinite possibilità che si hanno dentro. Non aver paura della banalità. Bene.
Ho sognato una casa in legno, molto bella, tante piccole stanze tipo cunicoli. Peccato dover partire. Il legno era chiaro, di quello che si usa nelle costruzioni di montagna. La casa si trovava sulle rive di un grande fiume, placido, tranquillo.. addirittura c’era gente distesa a pancia in su a prendere il sole. Che bella città. Nel sogno mi pare fosse Livorno, ma dubito che nella realtà corrisponda. Forse un giorno la troverò la mia città sul fiume..


25/01/05
Ci sto girando intorno ma non capisco cosa sia. È un’idea che mi sta girando in mente, molto confusa, sta prendendo corpo, si fa viva la notte nei miei sogni.. quel fiume continua a essere presente, stanotte ho sognato che stavo per essere investita da una grossa onda, ma mi mettevo al riparo dietro a un muro.
Sto prendendo la mira, intanto la direzione è quella giusta e non è mai troppo tardi per trovarla. E’ veramente assurdo che a 32 anni mi entusiasmino le cose che a 15 mi facevano schifo, non so come ho potuto cambiare inclinazioni in questo periodo. Forse non ho saputo sfruttare le occasioni, ma non mi pento di nulla e di sicuro non vivo nel rimpianto. Sono felice di tutto ciò che ho fatto, di tutti i passi che ho compiuto e non rinnego gli errori. Sono pentita del male che ho fatto, spero di aver espiato abbastanza.
E’ stato bello studiare statistica, la mia mente amante degli schemi ha trovato il pane per i suoi denti, ma ora voglio girarmi verso altri orizzonti, capire e conoscere altre cose.. nuovi mondi..
Ho sempre nel cuore la mia adolescenza felice a Tolmezzo, bruscamente interrotta…
Reminder: almeno tre sorrisi al giorno..

una vita senza ricerca non è degna d’esser vissuta

Ama e fa’ ciò che vuoi. S. Agostino.

03/03/2005
Ora non ho più paura.

25/08/2004
IL CREDO DI LIGABUE IN RADIOFRECCIA

Credo nelle rovesciate di Bonimba e nei riff di Keith Richards.
Credo al doppio suono del campanello del padrone di casa che vuole l'affitto ogni primo del mese, credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere un padre e una madre che siano decenti con lui almeno finché non sta in piedi, credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non e' detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa.
Credo che non sia tutto qua, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche Dio.
Credo che se mai avrò una famiglia, sarà dura tirare avanti con 300.000 al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio capo reparto, difficilmente cambieranno le cose.
Credo che c'è un buco grosso dentro, ma anche che il rock'n roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici, che, ogni tanto questo buco me lo riempiono.
Credo che la voglia di scappare da un paese con 20.000 abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddye Merks.
Credo che non e' giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri, credo che per credere, in altri momenti, ti serve molta energia....


08/03/2005
IL MIO CREDO (COME QUELLO DI LIGABUE IN RADIOFRECIA):

Credo in un essere infinitamente buono e caritatevole che sta sopra di noi, io lo chiamo Dio, voi fate come volete.
Credo nelle persone, nella loro buona fede.. Se poi c’è qualche stronzo, beh, questo fa parte del gioco.
Credo che sono una roccia e che dentro di me ho tanta energia che neanche immagino.
Credo nel tendere una mano senza aspettarmi nulla in cambio.
Credo nella forza di un sorriso.
Credo che se ho voglia di starmene per i fatti miei ne ho tutto il diritto e nessuno mi deve rompere le scatole per questo.
Credo che esista un momento per ridere e uno per parlare molto seriamente.
Credo nella ricerca costante, qualsiasi cosa, purché ti permetta di scoprire finalmente te stesso.
Credo che ora non ho più paura.
Credo che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.

26/12/05
PERDONA E DIMENTICHERAI
PER QUANTO POSSA FARE MALE in fondo sai
che sei ancora qui
e dare tutto e dare tanto quanto il tempo in cui il tuo segno rimarrà
questo nodo lo sciolga il sole come sa fare con la neve


Continuo a sognare città dalle larghe strade in cui mi trovo a mio agio.. attraverso le strade di corsa, incurante delle macchine che sfrecciano, sono in compagnia dei miei amici. Ci sono giardini, strade contornate da alberi.
Non conosco queste città, non le ho mai viste ma mi ci sento bene.
Vorrei capire dove sono questi posti e poterci andare.

17/04/06
L’amore conta e io non conosco altro modo per evitare la morte.. Ligabue non se ne avrà a male se scippo le sue parole.
Talvolta ho dei black out biochimici improvvisi che mi lanciano in un buco nero fatto di nulla e di disperazione: nel buco nero ho paura, sento che niente abbia un senso e sono come un topolino che cerca di uscire da un labirinto di vetro nel quale qualche scienziato sadico l’ha incastrato.. Mi ricorda i castelli di labirinti di vetro dei luna park dove andavo da piccola.
E’ strano ed imprevedibile questo mio andare su e giù per le montagne russe delle mie emozioni.. Non riesco a non pensare che in una vita precedente ero un giullare… Non puoi essere veramente esilarante se non hai toccato davvero il fondo degli abissi mentali..
I sogni che faccio sono quasi sempre belli, ricchi di immagini luminose e posti conosciuti ma rivisitati secondo l’umore del momento.. Sogno di viaggiare in treno, in macchina, a piedi o in bicicletta.. Vado per sentieri di montagna, autostrade, strade isolate, metropoli affollate.. Sempre durante le ore mattutine quando sono tutti sono sotto le coperte.. O anche il mare, calmo o in violenta tempesta, ma sempre azzurro.. Ma anche un sentiero di montagna da scalare.. Adoro il diramarsi dei labirinti dei sentieri di montagna.. Sai che se ne prendi uno chissà quanti altri bei posti non vedrai.. e per colpa di questo amletico dubbio rischi di non partire mai..
Io non so cosa devo fare o dove devo andare, per ora i miei sogni mi danno qualche dritta, l’importante è che la chimica non vinca sulla mia anima… Ma non credo che ciò avverrà..

01/05/06
Leggero, nel vestito migliore, senza andata né ritorno, senza destinazione.
Leggero, nel vestito migliore, nella testa un po' di sole ed in bocca una canzone.
È quello che ho sognato stanotte.. fuggire via con poche persone e nessuna preoccupazione…

25/11/06
Oggi ho imparato che (con l'aiuto di Paolo Coelho):
- Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
-Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
Ma anche che se piango continuerò a rimanere da sola.. a volte è bello però starsene rintanata a leccarsi le ferite, basta mettere il naso fuori di casa prima o poi.
L’obiettivo è sopravvivere, di 12 ore in 12 ore, non sono permesse cadute.





domenica 20 febbraio 2011

Domenica 20 febbraio 2011

E' passato quasi un anno da quando ho iniziato a scrivere su questo blog; è stata un'esperienza divertente e coinvolgente, ma soprattutto catartica, nella quale sono riuscita a riversare come un fiume in piena tutto ciò che mi passava per la mente. Avrei dovuto pensarci prima.
E' stata, insomma, la telecronaca della mia vita nei suoi bassi e nei suoi alti, condita con riflessioni bizzarre e filastrocche assurde, che al solo pensiero me la faccio sotto dal ridere.
Me lo ricordo, era il 16 aprile 2010, ero sola nella mia stanza numero 403 al quarto piano di una clinica psichiatrica a Teolo.
Il cielo era grigio, io mi sentivo persa e disorientata, ma osservare dal mio letto la bellezza struggente dei colli Euganei, mi dava sollievo e placava la mia anima inquieta. E così ho iniziato a scrivere.
Sono successe tante cose durante quel ricovero, a Teolo ho vissuto un'esperienza di vita molto particolare, che oserei definire stupenda, ho conosciuto persone splendide, ho fatto un sacco di camminate su e giù per il parco e mi sono cimentata in una quantità indefinita di partite a ping pong (uscendone spesso vincitrice).
E' stato bello ma anche molto difficile, impegnativo. Ricordo la disperazione di quando mi hanno attaccato la flebo della nutrizione parenterale: me ne andavo in giro per il reparto con una sacca di sostanze nutritive attaccate ad un palo che alcune pazienti del reparto avevano soprannominato “George”.
Io comunque, dopo mille tentennamenti, ci ho provato e per fortuna è andata bene. Ero sinceramente convinta che quello sarebbe stato l'ultimo ricovero della mia vita.
Una volta tornata a casa, ho vissuto l'estate più bella della mia vita, a settembre ho trovato un lavoro (se così possiamo definire un tirocinio non retribuito e senza alcuna speranza futura di assunzione, ma il convento non offriva altro).
E poi cosa è successo?
La mia vita ha iniziato a correre a una velocità vertiginosa, mi sono trovata dentro un meccanismo che era come le giostre del luna park, tutto correva così veloce e io mi godevo estasiata la frenesia con cui i fatti accadevano: lavoro, palestra, e poi ancora mille altre cose. Ero felice di correre in questa entusiasmante giostra soprattutto perché ero finalmente ritornata a vivere una vita pseudo normale.
Volevo dare di me un'immagine che rispecchiasse perfezione, massima efficienza e per un po' ci sono riuscita davvero.
Certo, da sola non sarei mai riuscita a farcela, i ritmi erano troppo frenetici e allora via libera a red bull, ginseng, caffeina, guaranà. Ero più dopata di un ciclista al Tour de France. Un'esplosione di energia allo stato puro.
Io so essere molto forte oppure molto fragile, a seconda dei casi, non ho vie di mezzo, la mia mente non contempla gradazioni intermedie.
Poi un giorno, tutto all'improvviso, mi si è palesata davanti agli occhi la mia avvilente carriera lavorativa degli ultimi anni: tanti tirocini, borse lavoro, stage, work experience... Tutto questo significa lavorare (tanto) e non percepire un benché minimo rimborso (tranne casi sporadici).
Ho sbroccato di brutto: di punto in bianco ho deciso che non avrei più accettato compromessi così degradanti, il solo pensiero mi faceva talmente male che mi sono ritornati gli attacchi di panico.
Vivere senza soldi è brutto, terrificante, e io per guadagnarne un po' ho fatto davvero di tutto, tanto che non oso neanche parlarne......
Fortunatamente è apparso all'orizzonte il mio Personal Trainer che mi ha offerto di lavorare con lui, cosa che ho accettato con un mare di gioia.
Oltre che PT, Marco è anche il mio Psyco Boss, un capo davvero fuori di testa. In realtà siamo entrambi fuori di testa ed è per questo che andiamo così d'accordo e la ditta procede spedita come un treno...
Ora dovrei essere felice, ho un lavoro, una quasi indipendenza economica, ma c'è qualcosa nella mia testa che ha smesso di funzionare (non che prima fosse tutto perfettamente ingranato). E non riesco a capirne il motivo.
Il mio umore è un saliscendi continuo, ho degli scoppi di aggressività che mai avrei immaginato di poter avere, ho tanta voglia di piangere ma non una lacrima fa capolino nei miei occhi, forse dovrei provare con la cipolla, una bella passata sugli occhi e via...
Spesso sono cupa, non mi interessa ciò che di bello facevo prima, fisso il vuoto e non desidero altro che sprofondare in un sogno senza sogni, in un limbo che mi faccia dimenticare tutti i miei pensieri e mi faccia riposare a lungo, il più a lungo possibile.
E ora?
Oggi domenica 20 febbraio 2011 per l'ennesima volta mi ritrovo ricoverata in un letto di ospedale. Questa volta è la stanza 314 del Reparto di Psichiatria dell'Ospedale di Udine.
Il panorama non è un granché ed il reparto è discretamente lurido e malmesso, per non parlare dei degenti, uno più fuori dell'altro (vedasi la mia compagna di stanza che mi scrocca sigarette in continuazione nonché spiccioli per il caffè, anche quando dormo!!).
A Teolo c'erano anime ferite che con amore e pazienza potevano essere recuperate.
Qui vedo solo casi senza soluzione, una sorta di parcheggio per gente scomoda.
E per me ci sarà una soluzione?
Dopo l'intelligente mossa dello scorso mercoledì sera non so più cosa pensare di me stessa.
Ho finalmente trovato il coraggio per compiere quel gesto a cui per anni avevo anelato ma ero troppo codarda per farlo: ho tentato il suicidio.
Ovviamente non è andato a buon fine, dal momento che sono qui a scriverne.
Avevo una determinazione addosso che mi ha colpito per la sua intensità, non ho avuto neanche un attimo di esitazione o timore.
Mi sono seduta al tavolo, ho preparato un bel mucchietto di pastiglie colorate e un po' alla volta me le sono scolate (col Gatorade, non alcolici, siamo seri.....)
In un lampo di lucidità ho chiamato il mio Psyco Boss Marco che mi ha portata in ospedale, dove ho passato la notte.
Non voglio giudizi su ciò che ho fatto, tantomeno ho una spiegazione da dare.
Ma la pace che ho provato in quei momenti è stato un viaggio da cui non sarei più tornata.
E invece sono ancora qui! Chissà quale sarà la prossima cazzata che combinerò?
Ho tanta voglia di raggiungere il mio amico Gianni, mi manca troppo e sicuramente lui ora sta molto meglio di me.
Voglio un'altra vita nella quale giocare in maniera più sapiente le mie carte. O forse sono ancora in tempo per fare qualcosa di buono?
Intanto dormo, ogni tanto prendo a calci le porte del reparto, e in questi giorni sto testando il mio nuovo sapiente e calibrato mix di farmaci.
Al resto ci penserò dopo.
Ora voglio solo fare tanti bei sogni.

Bitch

Eccomi, io sono così, come nel testo della canzone Bitch di Meredith Brooks...

I hate the world today
You're so good to me
I know but I can't change
Tried to tell you
But you look at me like maybe
I'm an angel underneath
Innocent and sweet
Yesterday I cried
Must have been relieved to see
The softer side
I can understand how you'd be so confused
I don't envy you
I'm a little bit of everything
All rolled into one
Chorus:
I'm a bitch, I'm a lover
I'm a child, I'm a mother
I'm a sinner, I'm a saint
I do not feel ashamed
I'm your hell, I'm your dream
I'm nothing in between
You know you wouldn't want it any other way

So take me as I am
This may mean
You'll have to be a stronger man
Rest assured that
When I start to make you nervous
And I'm going to extremes
Tomorrow I will change
And today won't mean a thing

Just when you think, you got me figured out
The season's already changing
I think it's cool, you do what you do
And don't try to save me

I'm a bitch, I'm a tease
I'm a goddess on my knees
When you hurt, when you suffer
I'm your angel undercover
I've been numb, I'm revived
Can't say I'm not alive
You know I wouldn't want it any other way

I hate the world today
You're so good to me
I know but I can't change
Tried to tell you
But you look at me like maybe
I'm an angel underneath
Innocent and sweet


Yesterday I cried
Must have been relieved to see
The softer side
I can understand how you'd be so confused
I don't envy you
I'm a little bit of everything
All rolled into one

I'm a bitch, I'm a lover
I'm a child, I'm a mother
I'm a sinner, I'm a saint
I do not feel ashamed
I'm your hell, I'm your dream
I'm nothing in between
You know you wouldn't want it any other way

So take me as I am
This may mean
You'll have to be a stronger man
Rest assured that
When I start to make you nervous
And I'm going to extremes
Tomorrow I will change
And today won't mean a thing

Just when you think, you got me figured out
The season's already changing
I think it's cool, you do what you do
And don't try to save me

I'm a bitch, I'm a tease
I'm a goddess on my knees
When you hurt, when you suffer
I'm your angel undercover
I've been numb, I'm revived
Can't say I'm not alive
You know I wouldn't want it any other way

sabato 19 febbraio 2011

La contessa malaticcia

C'era una volta in Francia, tanto tempo fa, una contessa anziana di nobili origini.
Viveva da sola perché il marito era morto da tempo immemorabile; a farle compagnia c'erano un paio di gatti e il fidato nonché premuroso cameriere tuttofare Cincirinello.
Purtroppo la salute della contessa era in via di costante peggioramento. Aveva una brutta broncopolmonite, assai difficile da curare, considerando anche che all'epoca non esistevano antibiotici o altre potenti medicine.
Il dottor Xavier De La Roche, era un vechietto un pò malmesso anche lui, l'artrite reumatoide gli faceva vedere i sorci verdi, ma, nonostante tutto, continuava a svolgere la sua professione di medico condotto con abnegazione ed impegno.
In particolare, era molto affezionato alla contessa, era una delle sue pazienti preferite, forse anche perchè da giovane era stato segretamente innamorato di lei, e per questo andava a visitarla tutti i giorni, sperando sempre in un piccolo segnale di miglioramento.
Ma fuori era inverno, tirava un vento molto forte e pungente, la temperatura era costantemente sotto zero e questo non aiutava la contessa a riprendersi.
Un giorno, durante la consueta visita del dottor De La Roche, egli si accorse che le condizioni della contessa erano improvvisamente peggiorate; era disperato, si sentiva impotente perchè non aveva alcuna cura da somministrarle per offrirle un seppur minimo miglioramento.
La contessa, che, nonostante l'età e la malattia, era ancora molto lucida, disse al dottore: "Sa, dottore, io lo so quanto mi resta ancora da vivere. Vede quell'edificio antico di fronte alla mia villa? D'estate è sempre è sempre pieno di foglie rampicanti, ma ormai con il freddo sono cadute tutte, ad una ad una, ed ora ne sono rimaste solo due.
Ebbene, quando anche le due ultime due foglie cadranno, io morirò".
Il dottore, non sapendo cosa rispondere, si limitò ad annuire e se ne andò via, mesto ed avvilito.
Ma il fido Cincirinello, che aveva ascoltato tutta la conversazione nascosto dietro la porta, non volle darsi per vinto, era troppo affezionato alla contessa. E se lei fosse mancata, lui era troppo vecchio per trovare un'altra famiglia presso la quale prestare i suoi servigi e soprattutto essere così apprezzato e benvoluto.
Allora escogitò un piano geniale: non appena la contessa si addormentò, lui chiuse le tende e corse nell'edificio di fronte.
Strappò con forza le due foglie superstiti, ormai avrebbero resistito solo poche ore, e si mise alacremente al lavoro con tempera e pennello. Con infinita cura e precisione disegnò due bellissime foglie, così variopinte, che sembrava fossero vive.
E intanto l'inverno andò avanti, col suo freddo gelato, la neve, la pioggia, le tempeste.
Ma le foglie non cadevano mai, e la contessa stava sempre meglio.
Passarono le stagioni, tornò l'estate, il cielo si fece limpido, le cicale frinivano nei prati e la contessa, con l'enorme stupore del dottor De La Roche, si potè considerare guarita.
La morale di questa favola?
Sinceramente non la so, e soprattutto non ho mai amato cercare significati reconditi nelle storie che mi sono sempre state raccontate.
Sarebbe bello che qualcuno disegnasse due bei fiori cangianti sul muro di casa mia, due fiori splendenti che mi donino gioia e serenità.
Forse basta davvero poco per essere felici.
(un sentito ringraziamento al caro dott. B. che mi ha dato l'ispirazione per questa storia).

domenica 6 febbraio 2011

Changes

Certo che questo cielo perennemente grigio non aiuta a mantenere un umore non dico normale ma almeno decente...
I pensieri vagano, persi nel vuoto, un vuoto che sento dentro ma lo percepisco anche fuori..
Oggi ho fatto uno stranissimo ragionamento.. Quante volte cambiamo nella vita? Ma siamo sempre noi o le cose che ci circondano, gli avvenimenti, belli o tristi, sono in grado di modificare la nostra personalità?
Nel giro di un anno (giusto per stare nel breve periodo) ho visto non una, ma cento, mille facce di Luisa, tutte diverse una dall'altra..
Alcune erano stupende, ma altre erano davvero inquietanti..

Da efficiente impiegata in una grossa azienda, a fidanzata modello, dolce e premurosa, a bizzarra creatrice di filastrocche senza senso, a dipendente delle benzodiazepine prima e delle sostanze eccitanti poi (red bull, ginseng, guaranà, nulla di illegale) più altre piccole cosucce che mi vergogno perfino di scrivere. Poi atleta grintosa, amica premurosa, ma anchesoggettto poco affidabile, rissosa, ribelle, polemica, inaffidabile, discontinua, con sbalzi di umore degni di una montagna russa.

L’unica certezza che non riuscirò mai ad avere una relazione serena e stabile, e forse anche un lavoro. Mi sono troppo stufata di questa vita di merda.

Il mio futuro? Me lo predice il simpatico Simone Cristicchi:

I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?

Può un borderline essere pericoloso? No, se lo lasciate in pace a vivere nel suo mondo.
In questa domenica pomeriggio, con l’animo ferito, mi piglio due pastiglie per dormire e buonanotte a tutti..
E benedetto sarà quel giorno in cui avrò il coraggio di prenderne 20, 100, 1000 di quelle pastiglie… Un viaggio ha senso solo senza ritorno se non in volo….

Così finalmente rivedrò Gianni... La sua mancanza mi strazia l'anima...