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Uno splendido viaggio sulle montagne russe della mente di una borderline girl

lunedì 25 ottobre 2010

Poesie

In questo periodo, qualcosa di assolutamente nuovo ed entusiasmante mi sta accadendo. E’ la mia vena (o arteria?) creativa che ormai credevo di non avere più, che si sta rivelando ogni giorno sempre più potente. A volte rimango pietrificata dalla velocità con la quale mi si formano in mente frasi e parole che prima non esistevano, ed io devo assolutamente essere rapida per catturare il tutto e fissarlo per bene sulla carta.
Ogni giorno, alle prese coi mille problemi della quotidianità, tipo pulire la casa, andare al lavoro, dar da mangiare al gatto, pagare le bollette scadute dopo che mi hanno staccato la linea telefonica, riesco comunque a ritagliarmi un angolino tutto per me dove inizio a comporre i miei scritti.
Per ora, sto creando il mio primo racconto ed in più la scorsa settimana, dal nulla, come un fulmine a ciel sereno, sono venute alla luce le mie prime poesie, che meglio definirei con il termine di filastrocche.
Senza alcuna pretesa artistica e senza alcun fine se non quello di divertirmi e mettere nero su bianco tutto quello che ho assimilato in questi lunghi anni di follia autolesionista (e che i farmaci avevano saputo sapientemente tenere a bada).
Non so bene cosa mia stia succedendo, gli ossimori, nel loro fugace ed effimero apparire, mi trovano inerme ed indifesa e mi travolgono come un fiume in piena.
E allora scrivo, scrivo, scrivo e non smetterei mai, è come una potente droga nelle mani di una novizia.
Ogni luogo è buono per scrivere se mi coglie quell’attimo sfuggente: in macchina, in palestra, in ufficio… Mi porto sempre dietro un quaderno ed una penna, riempio tonnellate di fogli e poi la sera, stanca ed intorpidita dai farmaci, prima che la consapevolezza scivoli lentamente nel mondo dei sogni, molto certosinamente ricopio tutto quanto, stando attenta a non dimenticare nulla.
Sicuramente le numerose letture che ho fatto, sia da bambina che in età adolescente, hanno contribuito a formarmi nel mio modo di scrivere ed ai relativi scrittori vorrei rendere grazie. In ordine di importanza essi sono: Banana Yoshimoto, Andrea De Carlo, Stefano Benni, Charles Bukowski, Roddy Doyle, Italo Calvino, Italo Svevo, Richard Bach, Mark Twain, Stephen King, George Orwell, Louise May Alcott.
Nelle mie composizioni, le rime sono assolutamente imperfette e violano tutte le norme stilistiche e metriche. Anche le parole sono senza senso, tutto ciò che scrivo è frutto di una sana ed onesta follia creativa. Mi piacerebbe davvero tanto riuscire a strappare un piccolo sorriso a chiunque vorrà leggerle.
Bene, cosa aspettare ordunque? Ecco qui di seguito le filastrocche che ho composto, in ordine cronologico:

SIGNORA MORTE

Balzellon balzelloni,
la morte vien di notte
e hai voglia di farci a botte.
Ma talvolta vien di giorno
quando inerme ti guardi intorno.

E non ti puoi più preparare
presto, è tardi, s’ha da andare.
Coi calzini tutti rotti
che hai portato tutte e notti.

Il camin da riparare
e i cuscini da stirare
il gattino piccolino
se lo prende il tuo vicino.

Dai, sorridi, è il tuo momento
porta via la giacca a vento
che la vita tua è finita
ed è stata una gran fatica.

La signora con la tunica e la falce
sulla sua scopa sorride e parte.
E tu, lieto, lasci tutto
amici miei, sono un farabutto.

Ecco scegli dove andare
ma San Pietro devi ascoltare.
Inferno, Purgatorio o Paradiso,
l’importante è solo un bel sorriso!

Louise 21/10/2010


IL TACCHINO DI NONNA BERTA

Il tacchino verdolino
vuole fare un pisolino
lesto lesto va in giardino
e si butta nell’angolino.

Nonna Berta, golosona,
sta seduta lì in poltrona,
ma le viene una gran fame
e va in cucina col tegame.

Poi prepara la colazione
a nonno Aldo che è già in pensione,
la soppressa e la bottarga ha preparato
ed infine un gran bel gelato

e poi sazi se ne vanno
a festeggiare il compleanno
dell’Ubaldo quel gran porco
che assomiglia tutto a un orso.

Ma il tacchino verdolino
lieto dorme sul tombino.
Ma, attenzione, di gran carriera
occhio, arriva la betoniera,

ed il tacchino verdolino
vien ridotto in semolino.
E nonna Berta sconsolata
si fa fuori la cioccolata

che nonno Aldo avea riposto
un po’ nascosto dietro il mosto.
E allor tutto d’un fiato
Eccoli là, tutto il barile hanno scolato!

Louise 21/10/2010


L’INEFFABILE GILBERTO

Il preciso ed ineffabile Gilberto
conta le nubi nel cielo aperto.
E se lui vuoi poi consultare
mai e poi mai ti manderà a cagare.

E poi quando il cielo è terso
lui prende e va nel mare aperto,
ma, attenzione, un dì lui si è poi perso
e non può più andare a casa il buon Gilberto.

Louise 21/10/2010


GRAZIE DIO

E ora finalmente scrivo,
sento dentro l’oro vivo.
Grazie Dio per il gran dono
e io ti chiedo gran perdono,
che se di te ho mai dubitato
è sicuro che ho proprio sbagliato.
E ora tutti in un gran bel coro:
“Alleluia Alleluia”, ho trovato l’oro!

Louise 21/10/2010


LA CONTESSA CISALPINA


Alla contessa cisalpina
piace far la birichina
lesta lesta va in cantina
e butta giù la mascherina.

Si fa su una gran riga di cocaina
la mescola poi con la nicotina
e col giardiniere fa la porcellina
si fa trastullare la patatina.

Nel suo cuor è così audace
soddisfar ogni desiderio ella è capace
più dell’aquila e del falco lei è audace
più del pomodoro datterino ella è verace.

Infine stanca giace esangue
sul suo letto con le frange
ma di nuovo vuol godere
e allor chiama il giardiniere

che felice e riconoscente
con lei fa l’impertinente
e coi pantaloni già calati
le fa far mille ululati

che i vicini più non possono
ascoltar quel paradosso
della contessa cisalpina
e del pruder della sua passerina.

Louise 21/10/2010


IL MOROSO BARBOSO

Il moroso un po’ barboso
col suo incedere tutto imperioso
del buon Dio lui è timoroso
ma nella vita è un ardimentoso.

Della pasta con la panna egli è goloso
e sul lavoro è molto operoso.
Nella vita è un gran rigoroso
ma a me par che il cervello suo sia esploso.

Via il martello e via la falce
di far canzoni ne ha fatto un’arte
zitto e muto si china là in disparte
verso un’altra galassia lui prende e parte.

Con la sua mammina è premuroso
anche se a volte diventa un filino ombroso
col fisco ha fatto il ravvedimento operoso
e di conoscer nuovi mondi è sempre curioso.

E così un giorno nel pigro navigare
della grande rete ecco a lui infine appare
una fanciulla dagli occhi blu, ma è particolare
che con dolci parole lo fa capitolare.

Adesso assieme un lungo viaggio è ormai iniziato
e, a dire il ver, a volte lui ne è preoccupato
ma fino ad ora non se n’è mai andato
si vuol gustar la ciliegina sul suo gran gelato!

Louise 23/10/2010

Sono consapevole che dopo la lettura dei miei sproloqui, chiunque sia riuscito ad arrivare fino in fondo abbia dei seri dubbi sulla mia sanità mentale.
Ed è per questo che, prima che i dubbi diventino certezze, ho intenzione di scrivere la cosa più importante.

Dedico questa mia raccolta di filastrocche, che intitolerò “Rime limonate” (perché contengono di tutto tranne che delle rime baciate), a tre persone:
- a mio padre, che lentamente ma inesorabilmente si sta avviando verso quella che lui chiama la “Valle di Giosafat”, la terra dell’eterno riposo. Io faccio una fatica tremenda nel vederlo deperire, mi fa troppo male. Ma anche questa volta saprò tirare fuori le mie forze per assisterlo in tutto quello di cui avrà bisogno.
- Al mio caro amico Gianni, che nella foto sulla mia scrivania, mi sorride e mi fa capire che è sempre vicino a me. E’ lui che mi da il buongiorno ogni mattina, è lui che mi da la buonanotte quando vado a dormire, è lui che mi fa ricordare ogni giorno quanto importante sia resistere alle avversità e combattere con tenacia. Inutile dire quanto mi manca.
- Al mio compagno d’avventura di questo incerto ma eccitante viaggio che è la vita, Yuri, col quale mi scuso per averlo lasciato per ultimo, ma lui è sempre in cima ai miei pensieri. Lui è il mio splendido presente e il mio, spero sereno, futuro.

La raccolta non è terminata, ma spero di arricchirla con nuove ed assurde filastrocche. Sperando vivamente che questa mia vena creativa non scompaia così velocemente come è apparsa.
Da zelante apprendista menestrella quale mi considero, voglio cimentarmi ancora in questo divertente gioco.
Ed ora cari amici, spero di avervi dilettato almeno un poco. Continuate a seguirmi, se vi va, poiché la sana e spensierata follia sono l’unica ed efficace cura per resistere agli scossoni che la vita ogni giorno mette sul nostro cammino…
E se un giorno, per sbaglio, io dovessi morire, allora scrivete sulla mia tomba: “Volli, volli, fortissimamente volli. Ed ottenni, cazzo, se ottenni!!!”

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