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Uno splendido viaggio sulle montagne russe della mente di una borderline girl

lunedì 25 ottobre 2010

Considerazioni sul mondo del lavoro

Lascio un attimo da parte l’ilarità che aveva suscitato il mio precedente post e, con la poca credibilità ormai rimasta, provo a fare delle lucide considerazioni sulla situazione politico-economica attuale.
Premetto che sono un’ignorante in materia, seguo solo marginalmente l’evolversi delle vicende politiche nazionali ed internazionali, ma questo non mi lascia immune da pensieri e preoccupazioni sul mio futuro.
Ieri sera ho assistito alla trasmissione di Fabio Fazio su Rai Tre dal titolo “Che tempo che fa”. Tra i vari ospiti c’era Sergio Marchionne, amministratore delegato del Gruppo Fiat e di Chrysler.
Nel corso della puntata, egli ha fatto delle pesanti affermazioni che riporto testualmente: "La Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l'Italia. Nemmeno un euro dei 2 miliardi dell'utile operativo previsto per il 2010 arriva dall'Italia. La Fiat non può continuare a gestire in perdita le proprie fabbriche per sempre. L'Italia è al 118/mo posto su 139 per efficienza del lavoro e al 48/mo posto per la competitività del sistema industriale. Siamo fuori dall'Europa e dai Paesi a noi vicini. Il sistema italiano ha perso competitività anno per anno da parecchi anni e negli ultimi 10 anni l'Italia non ha saputo reggere il passo con gli altri Paesi, non è colpa dei lavoratori. Non possiamo ignorare la realtà, qualcosa bisogna fare, perché non c'è nessun straniero che investe qui".
A questo punto mi sento, legittimamente, molto allarmata e non so proprio cosa pensare. Ma non ci avevano detto che l’Italia sta lentamente uscendo dalla crisi, che si intravedono i primi timidi segnali di una ripresa? Chi ha ragione? Devo credere a questo tri-laureato manager che getta una bomba a mano affermando perentoriamente che l’Italia è una realtà devastata, non competitiva ed arretrata?
Dopo aver visto la trasmissione mi par tanto di essere nel Terzo Mondo. Il settore industriale è fortemente in perdita e l’unica soluzione sembrerebbe la chiusura di diversi importanti stabilimenti lungo tutto il territorio italiano.
Fino ad ora non ho mai fatto interventi concernenti la stretta attualità, ma adesso mi sento direttamente chiamata in causa. La mia testimonianza penso sia rappresentativa di buona parte dei giovani della mia età: ho 38 anni ed ho perso il conto da quanto tempo sono o disoccupata oppure occupata in maniera precaria. Neppure il fatto di appartenere alle Categorie Protette mi tutela dalla mancanza di lavoro.
Ho sostenuto, in tutti questi anni, centinaia e centinaia di colloqui di lavoro e tutti portavano sempre ad un’unica conclusione: se ti adatti ad essere inquadrato come stagista, borsista, tirocinante, allievo di work-experience, va bene, il posto è tuo, ma se inizi a fare delle pretese circa un minimo di stabilità, ecco che le porte immediatamente si chiudono. Vengono sprangate.
Ora, dopo un periodo di interruzione forzata a causa di problemi di salute, e dopo aver fatto innumerevoli ricerche, ho trovato un posto come stagista in una grossa azienda nei paraggi di Udine, che non citerò, visto che il mio posticino a costo zero ma coi buoni mensa gratuiti, me lo voglio custodire per bene. Sto anche terminando il praticantato per poi sostenere l’esame di stato e diventare Consulente del Lavoro, ma dubito fortemente che questo ulteriore titolo conferirà vigore al mio più che blasonato curriculum.
Nel corso degli anni ho fatto i lavori più disparati: dalla cameriera, alla promoter, poi commessa, impiegata sia amministrativa che addetta al telemarketing (che odio a morte), ho lavato piatti in una mensa, fatto volantinaggio e anche le pulizie. Quando ho potuto ho sempre cercato di frequentare corsi di formazione ed aggiornamento, per essere sempre pronta e preparata per qualsiasi richiesta del mondo del lavoro.
Resta sottointeso che una pensione decorosa io non ce l’avrò mai, dovrei iniziare a pensarci già da subito, attraverso i fondi per le pensioni integrative, ma dove diamine vado a pigliare i soldi, se solo la scorsa settimana la Telecom mi ha tagliato la linea telefonica perché la banca non mi aveva pagato la fattura di agosto??
L’ultima volta in cui ho avuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato ed ero sotto ogni aspetto tutelata, risale al lontano 2001, quando facevo l’impiegata all’ufficio tecnico di una grossa azienda del settore telefonia (Adriacom), ero molto appagata e ben pagata, avevo ottime prospettive di crescita professionale, ma poi questi benedetti deficienti hanno fatto una fusione tra aziende, spostato la sede legale a Milano e tutti gli impiegati in esubero sono stati posti in mobilità (riconosco comunque la congrua buonuscita, che poi mi sono abilmente mangiata da sola, mantenendo quel farabutto delinquente del mio ex, che peste lo colga).
Da allora è stato un susseguirsi di piccoli periodi di lavoretti, alternati da lunghe e forzate pause di disoccupazione, durante le quali non mi sono mai (o quasi mai) buttata giù di morale, ma mi sono gettata intensamente sui libri ed ho conseguito non una, ma ben due lauree, di cui una con il 110.
Sono molto orgogliosa del mio percorso, so benissimo che in una realtà così chiusa e diffidente come quella friulana, la passione per la formazione continua è vista con molta cautela mentre vengono privilegiate le risorse a basso costo, quelle di primo pelo: e via libera dunque ai neodiplomati disposti ad accettare qualsiasi condizione, tanto il tempo per le trattative non c’è e non c’è mai stato.
Io continuerò con la mia battaglia per avere un lavoro se non sicuro, almeno dignitoso, sono stanca di lavorare senza retribuzione, se non avessi la mia famiglia a sostenermi, non sarei certo qui a scriverne. E già che ci sono, ringrazio col cuore i miei genitori per quanto hanno fatto e fanno costantemente per me. A volte ci stuzzichiamo e ci mordiamo, ma alla fine ci vogliamo un mondo di bene. E’ necessario tuttavia mettere in atto un breve periodo di separazione al fine di sbollire i reciproci bollori.
Stasera mi guarderò con attenzione la replica dei sindacati alle affermazioni di Marchionne ma temo di assistere all’ennesima lite da pollaio, senza peraltro riuscire a giungere a conclusioni utili.
E in tutto questo bailamme, il Governo cosa fa? I bisticci con la sinistra per far passare in aula il Lodo Alfano, che di fatto conferirebbe l’immunità politica al nostro adorato premier.
A questo punto sapete cosa vi dico??? Ben venga la mia follia creativa, io me ne torno dai miei amati personaggi: la contessa cisalpina, nonna Berta e il suo tacchino, l’ineffabile Gilberto e soprattutto il mio così amato moroso barboso!!! La vera pazza non sono io!!!

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