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Uno splendido viaggio sulle montagne russe della mente di una borderline girl

venerdì 8 ottobre 2010

Lucide riflessioni

E la vita va avanti, i giorni passano lentamente, uno dopo l'altro, senza che io me ne accorga.
Giornate piene, ricche di impegni ed appuntamenti.
La notte crollo come un masso, tutta raggomitolata nel mio letto accanto a Leo che mi fa tanta compagnia, e sprofondo in un buco nero dove la mia consapevolezza viene azzerata e lascia posto ad un sonno senza sogni, in cui finalmente riesco a ricaricare le mie energie e soprattutto metto a tacere i dolori, sia fisici che psicologici, che mi perseguitano costantemente tutto il giorno.
Gli ultimi tempi sono stati pieni di ostacoli per me, due attacchi di cistite, le coliche addominali, la crisi di astinenza da xanax, i brucianti dolori all'esofago. Li ho superati, lottando con le unghie e con i denti, e sono riuscita ad arrivare indenne a questo fine settimana, fiera di me per essere riuscita a fornire, nonostante tutto, delle prestazioni lavorative più che dignitose.
Il fatto di essere molto impegnata col lavoro mi impedisce di soffermarmi troppo a pensare, ed è la mia salvezza, almeno fino ad ora.
Perchè quando mi fermo, mi metto un attimo in parte a riflettere e a fare il punto della situazione, mi prende un'enorme ed immotivata paura (o angoscia??).
Mi sento fragile e nuda davanti al mondo, straniera alla terra, insomma un'aliena, come gentilmente mi definisce il mio amico Ivan.
Mi sono scoperta (lo sapevo già ma facevo finta di non vedere) fin troppo dipendente dalle benzodiazepine ed ora che sto tentando una drastica diminuzione, sto soffrendo come un cane. Crisi di astinenza devastanti, la testa che gira, brivi freddi lungo tutto il corpo, un sudore intenso e nauseabondo, conati di vomito, la sensazione di impazzire o quantomeno di viaggiare in un universo parallelo.
Fino ad oggi coi farmaci mi sono sempre autogestita, avendo ormai raggiunto in materia una notevole competenza, e vuoi per la sfiducia cronica verso la categoria dei medici, vuoi la voglia di fare sempre di testa mia, fatto sta che ho messo in atto negli ultimi anni una gestione un pò allegra e spensierata, solo però sullo Xanax. Con il resto non si scherza.
Nonostante queste pesanti crisi di astinenza, che per fortuna stanno lentamente scemando, ci sono dei bei momenti in cui mi sento davvero viva, anche pazza, follemente sgangherata..
E' quando parcheggio in doppia fila senza pagare il ticket, quando vado a 140 km/h sulle strade extraurbane, quando ballo sfrenatamente in casa con la musica a palla, quando metto l'autoradio a manetta e urlo al mondo la mia voglia di vivere...
E' un continuo altalenarsi di momenti in cui sono felice, in mezzo ad altra gente oppure assieme a Yuri, e altri in cui mi sento cupa ed ombrosa.
Una volta avevo tanta paura del silenzio.. entrare in casa e trovare tutto vuoto e spento mi metteva addosso un'angoscia enorme.
Adesso però non ho più paura del silenzio, del non detto, del nulla, del far niente. Spesso la sera spengo la tivu e rimango in silenzio a lavorare sul computer, con Leo sempre accanto a me, e non ho paura di ascoltarmi, di guardarmi dentro.. Ci sono stati però, in passato, dei momenti in cui sentire l'intensità delle emozioni che stavo provando mi metteva in allarme, come se fossi sull'orlo del burrone che conduce alla follia.
Ora le mie giornate sono piene, perchè a me piace così, tutte strutturate e pianificate al minuto, affinche non ci sia mai un momento di vuoto.
Il vuoto... questa entità sconosciuta... E' stata sempre per me un elemento di forte angoscia.. avevo paura di sprofondare in buco nero, sconosciuto ed inquitente.
Adesso, con la saggezza (?) degli anni, ho un pò fatto pace con me stessa e con le mie paure.. Ma mi chiedo sempre quale sarà il prossimo ostacolo che dovrò superare e soprattutto se sarò in grado di farlo.
Stento ancora a credere che tutto il cibo da me ingerito si trasformi in pura energia per fare tutte le cose che voglio. I complessi e perfetti meccanismi di funzionamento del corpo umano continuano a rimanere un mistero per me, ma poi vado a pranzo in mensa, mi siedo accanto ai miei colleghi e vedo che loro mangiano, senza pensarci su troppo, senza preoccupazioni.
E allora io mi chiedo:" quando arriverà per me quel benedetto momento in cui anche io riuscirò a sedermi ad un tavolo senza sentirmi terrorizzata dal cibo che ho davanti, tanto da non riuscire a mangiare se non ho assunto almeno una pastiglia di Xanax??? Ma da dove vengono questi pericoli che mi inquietano così tanto???? Quanto diabolica è stata la mia mente a costruire questi software mentali che si comportano come un virus, distruggendo a tappeto i pochi neuroni rimasti???? Non potevo dirottare i miei pensieri su qualcosa di più piacevole??
Adesso basta, sono stanca di essere prigioniera di me stessa, voglio sentirmi libera e serena...
"Nonostante tutta la sua falsità, il duro lavoro e i sogni infranti, questo è ancora un mondo meraviglioso. Sii prudente. Fa di tutto per essere felice......".

2 commenti:

  1. ti dedico la poesia di alberto paolini, il "matto" che ha ispirato "la pecora nera" di ascanio celestini (ti consiglio il film, ma anche lo spettacolo teatrale e il libro.
    mi sembrano dei versi tanto dolci:

    “Com’è possibile, mi domando a volte camminare sui prati verdi e avere l’animo triste? Essere immersi nel caldo del sole mentre tutto d’intorno sorride e avere l’angoscia nel cuore?
    Lasciate a noi le vostre tristezze!
    A noi che non possiamo andare nei prati e non vediamo mai il sole”.

    tvb.

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  2. stupoenda.. grazie Gigia.. ti adoro..

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