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Uno splendido viaggio sulle montagne russe della mente di una borderline girl

domenica 20 febbraio 2011

Domenica 20 febbraio 2011

E' passato quasi un anno da quando ho iniziato a scrivere su questo blog; è stata un'esperienza divertente e coinvolgente, ma soprattutto catartica, nella quale sono riuscita a riversare come un fiume in piena tutto ciò che mi passava per la mente. Avrei dovuto pensarci prima.
E' stata, insomma, la telecronaca della mia vita nei suoi bassi e nei suoi alti, condita con riflessioni bizzarre e filastrocche assurde, che al solo pensiero me la faccio sotto dal ridere.
Me lo ricordo, era il 16 aprile 2010, ero sola nella mia stanza numero 403 al quarto piano di una clinica psichiatrica a Teolo.
Il cielo era grigio, io mi sentivo persa e disorientata, ma osservare dal mio letto la bellezza struggente dei colli Euganei, mi dava sollievo e placava la mia anima inquieta. E così ho iniziato a scrivere.
Sono successe tante cose durante quel ricovero, a Teolo ho vissuto un'esperienza di vita molto particolare, che oserei definire stupenda, ho conosciuto persone splendide, ho fatto un sacco di camminate su e giù per il parco e mi sono cimentata in una quantità indefinita di partite a ping pong (uscendone spesso vincitrice).
E' stato bello ma anche molto difficile, impegnativo. Ricordo la disperazione di quando mi hanno attaccato la flebo della nutrizione parenterale: me ne andavo in giro per il reparto con una sacca di sostanze nutritive attaccate ad un palo che alcune pazienti del reparto avevano soprannominato “George”.
Io comunque, dopo mille tentennamenti, ci ho provato e per fortuna è andata bene. Ero sinceramente convinta che quello sarebbe stato l'ultimo ricovero della mia vita.
Una volta tornata a casa, ho vissuto l'estate più bella della mia vita, a settembre ho trovato un lavoro (se così possiamo definire un tirocinio non retribuito e senza alcuna speranza futura di assunzione, ma il convento non offriva altro).
E poi cosa è successo?
La mia vita ha iniziato a correre a una velocità vertiginosa, mi sono trovata dentro un meccanismo che era come le giostre del luna park, tutto correva così veloce e io mi godevo estasiata la frenesia con cui i fatti accadevano: lavoro, palestra, e poi ancora mille altre cose. Ero felice di correre in questa entusiasmante giostra soprattutto perché ero finalmente ritornata a vivere una vita pseudo normale.
Volevo dare di me un'immagine che rispecchiasse perfezione, massima efficienza e per un po' ci sono riuscita davvero.
Certo, da sola non sarei mai riuscita a farcela, i ritmi erano troppo frenetici e allora via libera a red bull, ginseng, caffeina, guaranà. Ero più dopata di un ciclista al Tour de France. Un'esplosione di energia allo stato puro.
Io so essere molto forte oppure molto fragile, a seconda dei casi, non ho vie di mezzo, la mia mente non contempla gradazioni intermedie.
Poi un giorno, tutto all'improvviso, mi si è palesata davanti agli occhi la mia avvilente carriera lavorativa degli ultimi anni: tanti tirocini, borse lavoro, stage, work experience... Tutto questo significa lavorare (tanto) e non percepire un benché minimo rimborso (tranne casi sporadici).
Ho sbroccato di brutto: di punto in bianco ho deciso che non avrei più accettato compromessi così degradanti, il solo pensiero mi faceva talmente male che mi sono ritornati gli attacchi di panico.
Vivere senza soldi è brutto, terrificante, e io per guadagnarne un po' ho fatto davvero di tutto, tanto che non oso neanche parlarne......
Fortunatamente è apparso all'orizzonte il mio Personal Trainer che mi ha offerto di lavorare con lui, cosa che ho accettato con un mare di gioia.
Oltre che PT, Marco è anche il mio Psyco Boss, un capo davvero fuori di testa. In realtà siamo entrambi fuori di testa ed è per questo che andiamo così d'accordo e la ditta procede spedita come un treno...
Ora dovrei essere felice, ho un lavoro, una quasi indipendenza economica, ma c'è qualcosa nella mia testa che ha smesso di funzionare (non che prima fosse tutto perfettamente ingranato). E non riesco a capirne il motivo.
Il mio umore è un saliscendi continuo, ho degli scoppi di aggressività che mai avrei immaginato di poter avere, ho tanta voglia di piangere ma non una lacrima fa capolino nei miei occhi, forse dovrei provare con la cipolla, una bella passata sugli occhi e via...
Spesso sono cupa, non mi interessa ciò che di bello facevo prima, fisso il vuoto e non desidero altro che sprofondare in un sogno senza sogni, in un limbo che mi faccia dimenticare tutti i miei pensieri e mi faccia riposare a lungo, il più a lungo possibile.
E ora?
Oggi domenica 20 febbraio 2011 per l'ennesima volta mi ritrovo ricoverata in un letto di ospedale. Questa volta è la stanza 314 del Reparto di Psichiatria dell'Ospedale di Udine.
Il panorama non è un granché ed il reparto è discretamente lurido e malmesso, per non parlare dei degenti, uno più fuori dell'altro (vedasi la mia compagna di stanza che mi scrocca sigarette in continuazione nonché spiccioli per il caffè, anche quando dormo!!).
A Teolo c'erano anime ferite che con amore e pazienza potevano essere recuperate.
Qui vedo solo casi senza soluzione, una sorta di parcheggio per gente scomoda.
E per me ci sarà una soluzione?
Dopo l'intelligente mossa dello scorso mercoledì sera non so più cosa pensare di me stessa.
Ho finalmente trovato il coraggio per compiere quel gesto a cui per anni avevo anelato ma ero troppo codarda per farlo: ho tentato il suicidio.
Ovviamente non è andato a buon fine, dal momento che sono qui a scriverne.
Avevo una determinazione addosso che mi ha colpito per la sua intensità, non ho avuto neanche un attimo di esitazione o timore.
Mi sono seduta al tavolo, ho preparato un bel mucchietto di pastiglie colorate e un po' alla volta me le sono scolate (col Gatorade, non alcolici, siamo seri.....)
In un lampo di lucidità ho chiamato il mio Psyco Boss Marco che mi ha portata in ospedale, dove ho passato la notte.
Non voglio giudizi su ciò che ho fatto, tantomeno ho una spiegazione da dare.
Ma la pace che ho provato in quei momenti è stato un viaggio da cui non sarei più tornata.
E invece sono ancora qui! Chissà quale sarà la prossima cazzata che combinerò?
Ho tanta voglia di raggiungere il mio amico Gianni, mi manca troppo e sicuramente lui ora sta molto meglio di me.
Voglio un'altra vita nella quale giocare in maniera più sapiente le mie carte. O forse sono ancora in tempo per fare qualcosa di buono?
Intanto dormo, ogni tanto prendo a calci le porte del reparto, e in questi giorni sto testando il mio nuovo sapiente e calibrato mix di farmaci.
Al resto ci penserò dopo.
Ora voglio solo fare tanti bei sogni.

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