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Uno splendido viaggio sulle montagne russe della mente di una borderline girl

mercoledì 10 agosto 2011

In memoria

Caro Gianni,
oggi è un anno esatto che te ne sei andato. Non voglio incorrere il rischio di incappare nelle solite frasi banali e scontate, ma te lo devo proprio dire che hai lasciato un immenso vuoto in tutte le persone che come me hanno avuto la fortuna di conoscerti e scoprire che persona speciale tu fossi.
Io ancora non ho smesso di rimproverarmi per non averti salutato prima della tua partenza.
Sono certa che adesso stai bene, hai smesso di soffrire e vegli su tutti noi.
Hai lottato come una tigre contro un male devastante e nonostante tutto io ti ho sempre visto col sorriso sulle labbra.
Sai cosa desidero ardentemente? Un tuo abbraccio, forte forte come quella volta che ci siamo incontrati alla messa di Natale e ci simo ripromessi di combattere e vincere le nostre battaglie. Tu hai combattuto con la grinta di un leone, io invece ho messo la testa sotto la sabbia come gli struzzi.. E' stato un anno molto altalenante e difficile per me, mi sono trovata innanzi alla scelta più importante della mia vita: vivere o mollare. All'inizio avevo deciso di mollare, adesso invece ho preso una decisione dalla quale non voglio tornare indietro: voglio vivere.
E siccome l'erba cattiva non muore mai, caro Gianni, adesso sono in stand by a ricaricarmi le pile in clinica, ma appena torno a casa ho una miriade di idee e progetti che voglio realizzare.
Perché, nonostante tutto, qualcosa di buono l'ho combinato anche io. Ad esempio ho iniziato a fare kick boxing, è uno sport magnifico, soprattutto se hai una marea di tensione da sfogare e hai finito tutti i piatti da lanciare contro il muro; sono riuscita a diventare cintura gialla e non ti dico che soddisfazione. E ora sto già progettando di prepararmi per quella arancione.
Ho continuato a scrivere sul mio blog che, nato quasi per caso, è cresciuto tanto da avere un discreto numero di lettori ed ho ricevuto diversi complimenti per come scrivo. C'è anche un racconto che sto componendo ma negli ultimi tempi l'ho trascurato e ora sento che mi sta chiamando perché vuole venire alla luce.
Ma la cosa più bella è che mi sono costruita una mia piccola famigliola: c'è Marco, un uomo col patentino di santo che mi porterebbe anche la luna se io lo volessi, ma soprattutto da buon ex giocatore ed ora allenatore di football americano, ha le spalle sufficientemente larghe per affrontare i miei momenti di matto e non mi hai mai giudicato, standomi vicino con discrezione, pronto a raccogliermi ogni volta che cadevo. Sa quando è il momento in cui voglio stare per i fatti miei e si tira silenziosamente in parte, ma c'è sempre, a qualunque ora del giorno e della notte, anche solo per farmi un massaggio a una schiena che mi sta dando non poche noie.
E poi ci sono due gatti, uno più matto dell'altro: Leo e Bastet. E' uno spettacolo vedere che si rincorrono e fanno rissa oppure si accucciano uno vicino all'altro e si leccano reciprocamente.
A fine mese arriverà anche Slash, gattino senza tetto, preso in cura da una associazione che protegge gli animali abbandonati e cerca di dar loro una sistemazione. E' così che ho avuto Bastet. Quindi la famiglia si allargherà e di certo non ci annoieremo.
Prima di Marco c'è stato Yuri, una persona davvero eccezionale, che, dopo l'ennesimo ricovero, mi ha preso per mano guidandomi e facendomi vedere quanto bella è la vita. Di questo gliene sarò grata per sempre. Poi quando mi sono resa conto che stavo ricadendo nel baratro dei miei incubi, ho preferito lasciarlo andare, è una persona che merita solo tanta felicità e tenerezza. E' anche un ottimo cantante rock: sarebbe una figata se potessimo assistere ad un suo concerto e ballare fino allo sfinimento...
Col lavoro la situazione è ancora nebulosa ma prevedo buoni sviluppi (voglio essere ottimista) aiutando Marco nel suo lavoro, visto che è pieno come un uovo e non riesce a seguire tutto.
In questo ultimo anno ho affrontato vari ricoveri, ma alla fine sono esperienze che arricchiscono soprattutto perché ti danno la possibilità di conoscere nuove persone che si portano addosso il loro pesante fardello e tutti insieme sentiamo di meno la fatica.
La mia atavica guerra con i miei fantasmi nell'armadio è ben lungi dall'essere vinta, però, seguendo il tuo esempio, mi sono messa a combattere. So di avere un animo guerriero, ma troppo spesso me lo dimentico. E qualche battaglia sto iniziando a vincerla pure io.
Oggi vorrei che mi aprissero la cappella che si trova al piano terra della clinica, ci terrei tanto a dire una preghiera per te, nonostante io sia una gran peccatrice e ultimamente anche una discreta bestemmiatrice.. Vorrei venire a salutarti nel luogo ove riposi, ma purtroppo sono troppo lontana e, anche volendolo, non avrei neanche il permesso di uscita. Ma ti assicuro che appena esco di qua, la prima cosa che faccio è andare alla Pieve di San Martino a dire una preghiera guardando la tua foto col viso così bello e sorridente. Per ora ho incaricato mia mamma i portarti un vaso di fiori, un piccolo regalo per ricordare che ci sei ancora, dentro le nostre menti e dentro i nostri cuori.
Nel frattempo, piano piano, continuerò a combattere e fare tanti piccoli passi in avanti per superare le mie difficoltà. Sarà dura, sicuramente cadrò ancora, ma ho imparato che alla fine riesco a rialzarmi, magari un po' acciaccata, ma ci sono ancora. E questo è l'importante.
Pertanto il nostro incontro è rimandato, spero per molti lunghi anni. Io continuerò a pensarti e a ricordare quel tuo dolce sorriso.
Te ne sei andato troppo presto, ma che ci vuoi fare, il senso della vita non l'ho proprio ancora capito.
Oggi mi sento triste, ma mi riprometto di ritrovare al più presto il mio sorriso perché so che anche tu vorresti che io sia felice. Ti prego solo, da qualunque posto tu sia ora, di vegliare su di noi, tua mamma, tua figlia, e tutte quelle persone che ti volevano e ti vogliono ancora bene.
Mi manchi. Destino bastardo e crudele.

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