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Uno splendido viaggio sulle montagne russe della mente di una borderline girl

domenica 7 agosto 2011

Divagazioni varie ed eventuali

Ricordo che sin da piccola avevo la passione per la lettura, che ho coltivato poi negli anni, adesso forse un po' meno, preferisco scrivere.
C'era un'amica di mia nonna che mi aveva preso in simpatia e mi regalava libri in continuazione, tre o quattro alla volta. Credo di aver letto “Le avventure di Huckelberry Finn” di Mark Twain in versione integrale di quasi mille pagine almeno dieci volte e da allora mi sono affezionata alla letteratura anglo-sassone.
E anche quando questa gentile signora si è trasferita in un'altra città ha continuato costantemente a spedirmi libri, sempre tre o quattro alla volta, fino alla sua morte. Provo un enorme senso di gratitudine nei suoi confronti.
Ci sono libri che ho letto e riletto fino a consumarli, altri (raramente) li lasciavo perdere dopo poche pagine. Si capisce al volo se c'è feeling con un libro, se non scatta la scintilla è meglio lasciar perdere. Sul mio comodino c'era sempre qualcosa, anche tre o quattro libri contemporaneamente perché leggere è come immergersi in un universo parallelo, partire per un lungo viaggio dove sei tu il protagonista.
A scuola andavo bene in italiano, ero una scheggia in grammatica alle medie, poi lo scazzo totale ha preso il sopravvento e l'ho sempre trascurato fino ad arrivare alla vigilia dell'esame di maturità senza aver aperto un libro. E per tre anni sono riuscita a schivare le interrogazioni sulla Divina Commedia, per cui io di Dante non ne so assolutamente nulla. Però uso l'olio Dante. E' molto buono...
Di chi sarà mai la colpa? Facile scaricare tutto sui professori, nel mio caso farei metà e metà: una professoressa troppo poco coinvolgente e il mio scazzo totale dopo aver preso 4 in un tema in cui avevo copiato pari pari i commenti di un illustre critico letterario (da lì il soprannome “the fox”). Ricordo che alla cena di classe prima delle vacanze natalizie mi sono ubriacata putrefatta, diciamola tutta, coma etilico, e mi ricordo vagamente di aver insultato la professoressa in una maniera devastante. Questo non mi ha certo aiutato nel proseguo dell'anno scolastico.... (anche io ho fatto le mie belle cazzate da fanciulla, questa era la prima e quindi la più disastrosa che potessi combinare).
Ricordo che anche i temi erano bruttissimi, i titoli riguardavano sempre argomenti di letteratura oppure storia e filosofia, praticamente erano delle interrogazioni scritte. Non ricordo una sola volta in cui io abbia potuto esprimere la mia creatività.. che poi con gli anni è scomparsa per riapparire solamente negli ultimi due anni.
Avrei tanto voluta avere come insegnante italiano il mitico professor Keating, magistralmente interpretato da Robin Williams nel film capolavoro “L'attimo fuggente”.... Dio, quante lacrime ho versato per quel film. Era ambientato in un rigorosissimo college inglese e il prof. Keating insegnava letteratura inglese in maniera del tutto anticonvenzionale, tipo tenendo le lezioni passeggiando in giardino o stimolando la creatività dei suoi allievi facendogli comporre poesie..
E grazie a quel film ho conosciuto il poeta americano Walt Whitman; ho letto poche sue poesie ma sono di un coinvolgente unico. Mi sarebbe piaciuto che al mio compleanno qualcuno mi avesse regalato un libro di sue poesie (con rigorosa traduzione in italiano a fianco), ma non avendo espresso questo desiderio a nessuno, ciò non è avvenuto. Vedremo di rimediare in qualche modo...
Navigando su internet ho trovato delle citazioni del film che mi si sono impresse nella mente come un marchio, le ho fatte mie. Eccone un paio:
“Ho un segreto da confessarvi, avvicinatevi. Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino. Noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana e la razza umana è piena di passione. La poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, sono queste le cose che ci tengono in vita. Citando Walt Whitman: "O me, o vita domande come queste mi perseguitano. Infiniti cortei di infedeli, città gremite di stolti, che v'è di nuovo in tutto questo, o me, o vita? Risposta: che tu sei qui, che la vita esiste, e l'identità. Che il potente spettacolo continua e tu puoi contribuire con un verso." .. e quale sarà il tuo verso?”
Il mio umile verso è questo blog ove riverso tutti i miei pensieri, a volte seri, a volte completamente svalvolati, più un racconto che vorrei terminare prima o poi. Sento che mi sta chiamando perché vuole essere completato e io, da aspirante scrittrice, lo riprenderò in mano e cercherò di renderlo il mio piccolo capolavoro.. Sono cose che danno una soddisfazione immensa, soprattutto che adesso sento come non mai l'urgenza di scrivere...
Ecco un'altra bella citazione del film: “Mostratemi un cuore non contaminato da folli sogni e io vi mostrerò un uomo felice - Ma solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi. E' da sempre così e così sarà per sempre.”
Ma la frase più bella e commuovente è un passo di una poesia di Walt Whitman, che vorrei fosse inciso sulla mia tomba il giorno (spero il più lontano possibile) della mia dipartita:
“Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza, volevo vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita e sbaragliare tutto ciò che non era vita e per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto.”
Di questa frase ne farò tesoro, me la scriverò su un foglietto e la terrò sempre in tasca con me. Diventerà il mio proposito per il mio trentanovesimo anno appena iniziato. E voglio che sia un anno felice, per me e per tutti quelli a cui voglio bene, senza bollettini di guerra..
Tra l'altro, avendo io ripreso a 28 anni gli studi interrotti a 22 anni, ho riscoperto quanto bello è studiare ed imparare cose nuove. E così ho preso due lauree. Sono bramosa di conoscenza e non certo per avere un titolo in più da mettere nel curriculum, bensì per arricchire il mio spirito.
Ed ora, nonostante avessi giurato che mai e poi mai avrei ripreso un libro in mano, mi ritrovo sempre più spesso a navigare sul sito dell'università di Udine.. Questo è il chiaro segnale che il mio inconscio vuole mandarmi: “Iscriviti, frequenta, studia, impara cose nuove”.
C'è da aggiungere che adoro le sfide, mi preparo certosinamente per qualsiasi esame, anche il più semplice. Adoro far vedere al docente che mi interroga quanto sono preparata e godo come una capra quando prendo un bel voto. Non sono matta (almeno credo), un trenta è una soddisfazione effimera, per poter studiare bisogna prima lavorare e avere una discreta tranquillità economica. Ho un paio di amici che hanno iniziato l'università dopo aver passato la trentina e quando lo fai in età più matura, studi e ti impegni con maggiore consapevolezza, facendo tanti sacrifici.
Qui, se continua così la storia, mi sa tanto che a settembre mi reiscriverò. La facoltà? Sorpresa........

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