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Uno splendido viaggio sulle montagne russe della mente di una borderline girl

lunedì 28 marzo 2011

Io e il dottor B.

Io sono sempre stata una persona che ha (tranne qualche piccolo incidente) sempre goduto di ottima salute.
Modestamente mi definirei una roccia e, qualunque cosa mi accada, ho degli ottimi tempi di recupero.
Eppure da un certo numero di anni, non saprei direi quanti, ma sicuramente più di dieci, ho avuto a che fare con le più disparate categorie di dottori.
Ricordo, una volta, di aver ascoltato una battuta del grande Woody Allen (almeno se la memoria non mi tradisce credo fosse lui) il quale diceva: "In base al dottore che ti scegli, automaticamente ti determini da solo la tua malattia".
Carina come battuta, non so quanto attendibile, ma nel mio caso forse ha un fondamento, del quale però mi sfugge il nesso causale..
Oramai i miei medici di riferiemento sono rappresentati da neurologi, internisti, psicologi ma soprattutto, anzi, quasi esclusivamente, psichiatri.
Si tratta di una categoria tosta e degna di ammirazione anche perchè avere a che fare con i misteri del cervello umano dev'essere una sfida molto avvincente.
Non ne ho conosciuti tantissimi, di sicuro erano persone molto preparate, alcune anche troppo altezzose nel loro camice bianco inamidato, qualche giovane praticante di belle speranze, ma tutti invariabilmente molto distaccati, quasi che noi pazienti rischiamo di contagiarli con le nostre psicosi e le nostre fobie.
C'è Simone Cristicchi che canta: "... questa è malattia mentale e non esiste cura..." Mi sa che l'ha detta giusta...
Di sicuro agli psichiatri fanno un bel lavaggio del cervello prima di abilitarli alla professione, sarei curiosa di sapere quanti di loro riescono a preservare pura ed incontaminata una seppur piccola parte della loro anima.
Uno dei pochi che ci è riuscito è il dottor B.
Il dottor B. è il mio psichiatra da circa due anni, una durata oserei dire da record, considerata la scarsa continuità con cui affronto tutti gli impegni della mia vita, dal lavoro, alle cure mediche, alle relazioni sentimentali.
Infatti con lui riesco sempre a rispettare il nostro rituale appuntamento del martedì a mezzogiorno, e se per qualche motivo non può ricevermi, sento che rimane in sospeso qualche cosa, un vuoto da riempire, come un rito non compiuto.
Evidentemente, così come narrato in uno dei nostri libri preferiti, noi due ci siamo addomesticati, proprio come la volpe ed il Piccolo Principe (resta da capire chi sia la volpe e chi il principe....).
Io e il dottor B. ci siamo conosciuti nell'estate 2008, quando io ero stata rifiutata dalla comunità di Portogruaro e parcheggiata in Medicina a Udine.
Ero un piccolo groviglio di ossa in una scodella di sangue (bella questa parafrasi, sebbene sia un pò cinica), intubata da un sondino che, partendo dal naso, attraversava l'esofago per immettere nello stomao una massa liquida densa color sabbia che rappresentava la mia alimentazione.
Insomma, non era una gran vita, in più non dormivo la notte però per fortuna (o per sfortuna, chi può dirlo, non ci avevo ancora lasciato le penne ma ci ero andata molto vicina).
Una volta una dottoressa (che ora è il mio medico di base, la grande - e anche un pò schizzata - dott.ssa I.) mi disse che noi pazienti tendiamo ad assumere, nei confronti dei nostri terapeuti, un comportamento molto estremo, quasi manicheo: o un forte odio e disprezzo oppure un amore quasi morboso.
Nel mio caso non è così. Ovviamente non potrei mai odiare il dottor B., è un'impresa impossibile, al massimo mi potrei prendere qualche leggera incazzatura.  Tantomeno sono innamorata di lui. E' troppo fuori età per me e forse anche troppo buono, lo triturerei in cinque nanosecondi.  E anche se fosse mio coetaneo non mi permetterei mai di mandare a puttane una relazione terapeutica così ricca di contenuti come la nostra. Riconosco comunque che da giovane sia stato un gran bel figliolo, ma forse era troppo impegnato sui libri a studiare o a scalare montagne per sfruttare appieno le sue "carnic lover" potenzialità.
E' mitico il dottor B.: odia il computer e anche trafficare su internet non gli è congeniale.
Per cui, visto che io ci tengo a che lui legga il mio blog, ogni settimana gli porto i miei post belli stampati e rilegati, che lui puntualmente legge sempre. Tra l'altro, lui è una di quelle persone che mi sta incoraggiando ad intraprendere la carriera di scrittrice.. chissà... magari un giorno ci riuscirò...
Ma torniamo al momento del nostro primo incontro: il dott. B. è arrivato in reparto assieme ad un'altra strizzacervelli e subito mi ha colpito per quello sguardo mite e la faccia da buono.
La bontà d'animo quella che si vede negli occhi, è una cosa che mi ha sempre colpito profondamente nelle persone, non solo negli uomini, ma anche negli anziani, nei diversamente abili (i down in particolare) oppure anche negli animali.
Ci siamo messi a parlare del più e del meno ed abbiamo scoperto di avere una quantità incredibile di cose in comune: da giovani (beh io da piccola) abitavamo nello stesso paese, ma non solo, addirittura nella stessa via a pochi numeri civici di distanza. Ad entrambi piace leggere e abbiamo gusti molto simili sia in tema di musica che di politica. Sarebbe stato proprio bello fare il Sessantotto con lui.
Il dottor B. mi piace perchè mi da l'idea di una persona che non si conforma ai diktat burcratici, ci mette l'anima in quello che fa e ciò che fa non è certo per il vil denaro, ed è una caratteristica che non ho mai riscontrato in nessun medico prima di lui.
Me lo immagino come un soldato in trincea lasciato a presidiare da solo i confini di un territorio che non si capisce dove inizia  dove finisce.
Certo, sa essere anche duro quando le circostanze lo richiedono, come quando mi ha minacciato di togliermi la patente, però la mia opinione la tiene sempre in considerazione, anche quando sparo enormi cazzate (quando volevo la fluoxetina a tutti i costi! L'ho pagata cara!).
A volte non sono stata del tutto sincera con lui, ma non era mia intenzione ingannarlo, ma solo un sano istinto di autoprotezione. E approfitto di queste righe per chiedergli  scusa.
E' mitico perchè, sapendo la mia immensa curiosità in tema di farmaci e patologie mentali, ogni tanto, con grande gaudio mio, mi propina delle interessanti lezioni di farmacologia applicata tanto che se aprissero la facoltà di Farmacia a Udine, io mi iscriverei immediatamente.
Non so ancora quanto andrà avanti la nostra relazione terapeutica. Spero che arrivi quel giorno in cui non avrò più bisogno di di medici ed ospedali.
E intanto mi godo le belle chiacchierate del martedì con l'eroico dott. B., sperando, un giorno non lontano, di ritrovarci in cima a qualche monte, (l'Amariana è il nostro monte) oppure in qualche bettola sperduta su per la Carnia a bere vino bianco e sparare cazzate a nastro...

PS Sono pronta a scommettere qualsiasi cosa che il dott. B. è, sotto sotto, un gran narcisista, tanto che si rileggerà questo mio post tante di quelle volte fino a consumarne la carta!



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