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Uno splendido viaggio sulle montagne russe della mente di una borderline girl

giovedì 31 marzo 2011

Follia a rilascio prolungato

I Beatles scrivevano canzoni dopo essersi fumati l'impossibile, molti rocker hanno navigato nell'alcool per far venire alla luce qualche giro accettabile di accordi, la Luisona invece, si fa di Seroquel, Efexxor, Tavor ed altro, più Red Bull, ginseng, caffeina e guaranà e, rimanendo nei giusti confini della legalità, è fuori come il tendone del circo Togni e si sbizzarisce, oltre a combinare una marea di cazzate, a scrivere tonnellate di parole a volte senza senso, a volte persino serie (o almeno ci prova).
Datele una penna, che deve essere rigorosamente nera a punta media, di quelle che compri al supermercato, alle casse, vicino ai rasoi, le chewing gum, i cioccolatini e le pile (le Mont Blanc lasciamole ai colletti bianchi). Datele anche un foglio, preferibilmente un quaderno a quadretti (lei è una precisa) di quelli grandi con la spirale così può far sparire le sue nefandezze prima che qualcuno le intercetti.
Mettetela infine in un contesto del quale non gliene può fregare di meno, una riunione condominiale, un corso di contabilità dove non riesce a capire una emerita fava, dalla parrucchiera con in testa una pila di bigodini, una conferenza, un lungo viaggio in auto, una partita di football americano e via dicendo...
E la magia inizia.


In questo momento ho, come sempre più spesso accade, la carogna sulla spalla e si fa impellente la tentazione di lanciare qualche piatto sul muro (vorrei provare coi gatti, per saggiare il loro coefficiente di elasticità) oppure rigare le auto di tutto il condominio. E magari farmi arrestare per resistenza a pubblico ufficiale.
La carogna ora vuole prendere la parola per dire che è molto incazzata. Imbestialita.
Dio o qualunque altra entità che ci ha creati è stato molto cinico e un filino bastardo oppure era fortemente impedito. Ci ha dato la vita ma troppo spesso è una vita così piena di dolore e angoscia che ti vien voglia di dire: "No, grazie, questa non è vita, è solo una grande presa per il culo".
E lo dico perchè in questo periodo sto bazzicando nei pressi di una cooperativa che impiega disabili e a me vedere queste persone menomate che imbustano lettere o attaccano francobolli, seduti su una sedia a rotelle, mi si stringe il cuore. Ma perchè sono nati così? Non era meglio forse saltare il turno e passare a una vita successiva?

E io, sgangherato clown di questo buffo teatrino che è la vita, mi sono rotta le palle un pò di tutto.
Andiamo in giro, io e la mia fidata carogna sempre sulla spalla, a passo spedito, senza guardare in faccia nessuno, con tanta voglia di attaccare rissa con chiunque, vivendo alla giornata e sperando di arrivare a sera senza troppi scossoni. Anche se le notti sono troppo spesso costellate di incubi, non importa, è troppo bello stare rannicchiati sotto un caldo piumone con il gatto acciambellato sul cuscino che fa le fusa e tanta voglia che questo stato di benessere non finisca più.
La notte è il momento più bello della giornata, almeno finchè non prendi le pastiglie magiche che ti stendono come se ti fosse passato sopra un tir e la mattina ti svegli che sei così rintronato che ti senti come se avessi fatto un frontale con una sequoia.
Soprattutto d'estate, che tieni le finestre aperte, il profumo della notte entra in casa, penetra nei muri, ti da una sensazione di pace universale.
Nel cuore della notte ci sei solo tu e i tuoi pensieri, futili o profondi che siano, rimani solo con te stesso e da lì non puoi proprio scappare.
Cosa succede nell'anima di notte non lo saprà mai nessuno, a volte fa anche paura, perchè non hai nessuno a cui chiedere aiuto.
Non so cosa darei per dormire di giorno e stare sveglia la notte, camminare nelle strade deserte, cullarmi nel silenzio del grano che si muove in sintonia col tiepido vento dell'estate...
E infine, accucciata su un tetto, avvolta in una coperta e con una sigaretta in bocca, osservare il sole che sorge lentamente per dare inizio a una nuova giornata.
E mandarlo allegramente afffanculo.

1 commento:

  1. Accidenti, l'hai scritto "a scacchiera": la prima parte è negativa con accenni positivi e la seconda positiva con un piccolo strascico negativo. Se mandi affanculo la vita secondo me è la cosa migliore da farsi: non vuol dire buttarla via ma prenderla più alla leggera, ridimensionare tutti i casini e godersela il più possibile.
    Lavoro come volontario con i disabili da oltre 10 anni e ne vedo di cotte e di crude... ma non da parte loro, bensì da parte dei cosiddetti "normali" e delle loro reazioni! La disabilità è considerata uno sfregio al nostro modo occidentale di pensare a una vita perfetta o tendente alla perfezione, sopratutto quella materiale. Nessuno però riesce a quantificare la quantità di amore puro e genuino che i disabili ti scaricano addosso senza neanche accorgersene, nessuno vede la possibilità di perfezionarsi stando con loro e imparando che il mondo là fuori è invece pieno di maschere, inganni e bugie. Dove le trovi persone così? Certo, con alcuni non puoi nemmeno intavolare un discorso, altri non si muovono nemmeno, ma cosa cambia? Siamo tutti disabili, questo ho capito e chi afferma il contrario rimarrà infelice.
    Tornando a quello che hai scritto: se assapori la pace delle notti d'estate e il segreto del silenzio, credo che tu ami la vita perché essa è anche questo e noi non siamo, appunto, tutti uguali.

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